Equita e Imi con Urbano Cairo nella corsa a Rcs

Tre anni fa la corsa, vinta, alla conquista di La7. Oggi il lancio di una offerta pubblica di scambio sulle azioni di Rcs. Urbano Cairo ci riprova e con la sua Cairo Communication, punta a prendersi il 100% dell’editore de Il Corriere della Sera. 

L’offerta consiste in 0,12 azioni Cairo per ogni azione Rcs ed è condizionata al raggiungimento da parte di Cairo, oggi azionista con il 4,7%, del 50% più un’azione. Ciò significa che ogni 8,333 azioni consegnate gli aderenti riceveranno 1 azione Cairo Communication. In virtù di questo, sulla base del valore dei due titoli del 7 aprile scorso, il corrispettivo riconosce una valorizzazione di circa 0,551 per ciascuna azione Rcs. Tale valutazione, rettificata per tener conto del pagamento di un dividendo di 0,20 per azione, risulta pari a 0,527 euro per ciascun titolo consegnato all’Ops. Il tutto potrebbe richiedere l’emissione di massimo 62 milioni di nuove azioni Cairo Communication.

Ad affiancare Cairo in questa scalata ci sono, sul lato finanziario, Banca Imi ed Equita Sim di Alessandro Profumo (nella foto).

Il piano, come recita il comunicato, punta a «creare un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente, e a rafforzare il profilo economico-finanziario di Rcs accelerandone il processo di ristrutturazione e rilancio». L’idea è di realizzare «significative efficienze nella gestione dei costi operativi» di Rcs, «anche semplificando la struttura societaria», e di «sviluppare i ricavi sviluppando le potenzialità della Rizzoli e di ristabilire l’equilibrio economico del gruppo». Il tutto mantenendo inalterato l’attuale assetto manageriale.  

Cairo, raro caso di editore puro in Italia, ha negli anni costruito un gruppo editoriale finanziariamente solido, attivo nel settore dei periodici e della raccolta pubblicitaria, e può vantare l’esperienza di risanamento di La7, la tv rilevata dal gruppo Telecom Italia nel 2013. Alcune fonti avevano riferito anche recentemente a Reuters di un suo crescente interesse per un ruolo maggiore in Rcs, che ha chiuso il 2015 con una perdita di 175,7 milioni, ma diversi soci storici del gruppo si erano mostrati scettici.

Dalla sua parte tra i maggiori azionisti sembra esserci oggi Intesa Sanpaolo, che detiene il 4,2% e che vorrebbe rientrare dei suoi crediti e uscire dal capitale senza compromettere le condizioni della società editoriale. Tra gli altri grandi azionisti ci sono Mediobanca con il 9,9%, Diego Della Valle al 7,3%, Finsoe al 4,6%, Pirelli al 4,4% che dovranno ora valutare se aderire all’Ops. Un ruolo centrale nella riuscita dell’offerta sarà giocata comunque dai fondi di investimento internazionali, due di loro hanno in mano l’8%, e dal mercato, soprattutto se su di esso si riverserà il 16,7% ancora in mano a Fca.

Urbano Cairo ha inoltre sottolineato che la proposta da lui avanzata consentirà ai soci del Corriere «di divenire azionisti di un gruppo con un miglior profilo finanziario, dotato di una maggiore flessibilità operativa e strategica per sostenere il rilancio di Rcs e la creazione di valore nel medio termine». In particolare, è scritto nella nota, «considerando la posizione finanziaria netta ampiamente positiva di Cairo Communication» chi aderirà all’offerta diventerà socio di una realtà «che, in termini consolidati, presenterà un indebitamento finanziario netto significativamente ridotto» rispetto a quello attuale (poco meno di 500 milioni). Senza contare che fra le richieste dell’editore c’è quella che le banche rinuncino «incondizionatamente a qualsivoglia facoltà di richiedere il rimborso anticipato del debito in ragione del cambio di controllo». Accanto a ciò chiede loro, fino all’approvazione del bilancio 2017, di non richiedere il rimborso di alcun importo dovuto da Rcs, a eccezione del corrispettivo della cessione di Rcs Libri.

Nel dettaglio, l’offerta incorpora, avendo come riferimento le quotazioni del 7 aprile, un premio del 32,6% per gli azionisti Rca che scende al 26,8% al netto del dividendo che verrà staccato sulle azioni Cairo. Le percentuali scendono considerando periodi più ampi, visto il progressivo calo delle azioni Rcs negli ultimi mesi.

 A Rcs Cairo chiede di non compiere atti od operazioni che possano contrastare il conseguimento degli obiettivi dell’offerta, anche nel caso in cui i medesimi siano stati autorizzati dall’assemblea ordinaria o straordinaria di Rcs. L’offerta è subordinata all’approvazione incondizionata da parte dell’Autorità per la Concorrenza e in caso di riuscita dell’operazione Cairo intende mantenere la quotazione delle azioni ordinarie di Rcs. In caso la sua quota superasse il 90% si riserva però di valutare se procedere o meno alla ricostituzione del flottante.

Con la proposta di Cairo si potrebbe risolve anche l’incertezza che si sarebbe venuta a creare dopo l’uscita di Fiat Chrysler, annunciata al momento dell’intesa tra Espresso e Stampa-Secolo XIX. Il prossimo 15 aprile, infatti, l’assemblea degli azionisti del gruppo automobilistico sarà chiamata ad approvare la distribuzione delle delle quote Rcs ai propri soci, con Exor che ha già preannunciato di voler cedere il proprio 5% in maniera frazionata.

Noemi

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