Rcs firma la vendita dei libri a Mondadori per 127 milioni

Dopo nove mesi di corteggiamento, Rcs MediaGroup alla fine ha ceduto e in una domenica sera di ottobre il cda, presieduto da Maurizio Costa, ha firmato il contratto per la cessione dell’intera partecipazione detenuta in Rcs Libri ad Arnoldo Mondadori Editore per 127,5 milioni di euro. 

Il management delle due società, con i direttori finanziari Riccardo Taranto (foto a destra) di Rcs e Oddone Pozzi (foto a sinistra) con gli advisor Credit Suisse e Lazard, hanno passato tutto il fine settimana attorno al tavolo per limare i dettagli. Tra i quali lo sconto di 7,5 milioni  rispetto all’offerta vincolante presentata da Mondadori, in cambio dell’assunzione da parte di quest’ultima degli eventuali rischi di natura antitrust.

Il prezzo, spiega la nota Rcs, è stato inoltre determinato sulla base di un Enterprise Value pari a 130 milioni e una pfn media (per neutralizzare gli effetti della stagionalità del business) e rettificata (anche includendo il riacquisto delle minorities di Marsilio) pari a -2,5 milioni. Sono inoltre previsti meccanismi di aggiustamento del prezzo pari a massimi +/- 5 milioni sulla base di predeterminati obiettivi economici legati ai risultati 2015 di Rcs Libri e un earn-out in favore di Rcs MediaGroup fino a 2,5 milioni al verificarsi di talune condizioni riferite ai risultati aggregati 2017 delle relative attività librarie.

L’operazione, nel dettaglio, comprende l’intera quota (pari al 99,99%) posseduta dal gruppo di Pietro Scott Jovane in RCS Libri, e tutte le partecipazioni, come Rizzoli, Bompiani e, al closing, anche il 94,71% di Marsilio Editore, ad esclusione del 58% posseduto in Adelphi Edizioni, che verrà ceduta al socio Roberto Calasso.

Un perimetro che ha registrato nell’esercizio 2014 valori pro-forma che evidenziavano ricavi per 221,6 milioni di Euro, EBITDA ante oneri non ricorrenti per 8,8 milioni e investimenti per 11 milioni, di cui 1,7 milioni destinati al rinnovo delle librerie Rizzoli.

Per Mondadori, guidata da Marina Berlusconi (nella foto), è una mossa strategica. Il gruppo diventa infatti un colosso dell’editoria italiana, con in mano il 39% del mercato dei libri (e il 25% della scolastica) e un fatturato stimato di 500 milioni su un mercato italiano che in tutto vale 1,2 miliardi.

Per Rcs, che sulle spalle ha oltre 500 milioni di debiti con banche quali Ubi, Bpm, Unicredit, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas, si tratta invece di un’operazione indispensabile per reperire le risorse finanziarie necessarie ad abbassare perlomeno l’esposizione a 440 milioni. E quindi evitare, a fine anno, lo scatto delle clausole (covenant) con le banche che costringerebbero Rcs a dover fare un secondo aumento di capitale per 190 milioni.

Ora l’ultima parola spetta all’Antitrust, che può sempre ribaltare il gioco e stimare come dominante la posizione assunta dalla nuova mega-Mondadori.

Noemi

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