INTESA, MESSINA VALUTA L’IPO PER L’ASSET MANAGEMENT E PRIVATE BANKING

La quotazione delle attivtià di asset management e di private banking, la creazione di una nuova area per i patrimoni più elevati e nuove operazioni m&a. Sono alcune delle strategie che l'ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina (nella foto) intende attuare nel prossimo futuro, con un unico obiettivo, crescere. 

A riferirlo è lo stesso amministratore delegato sulle colonne di Affari & Finanza di Repubblica. «Vogliamo aumentare le dimensioni e internazionalizzare queste attività, lo faremo scegliendo il partner giusto ma conservando il 51%», spiega Messina. «L'obiettivo è crescere e, sia per il private banking, sia per l'asset management, sono pronto a considerare la possibilità di quotare le due società se può rendere più facile questo processo di crescita», aggiunge.

Il gruppo sta inoltre «valutando se costituire una holding» tra Intesa Sanpaolo Private Banking e Fideuram. Per quanto riguarda il capitale in eccesso, «se i requisiti patrimoniali non saranno inaspriti», sarà restituito agli azionisti, salvo «eventuali acquisizioni».

Messina ribadisce poi che la banca non ha interesse per Mps , Carige o per gli asset internazionali di Coutts: «Nell'area retail non faremo acquisizioni, né in Italia, né all'estero», afferma. Banca Cesare Ponti è «una piccola realtà, che non cambierebbe la nostra struttura». Intesa Sanpaolo è alla ricerca di «un marchio internazionale forte a prezzi correnti», con l'idea di Paesi come «Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera e Asia».

Una sostanziale riorganizzazione della struttura del gruppo, quindi, nell'ambito della quale gli sportelli saranno ridotti a 3.300 da 3.800, ma i 4.500 esuberi previsti in precedenza saranno riassorbiti. Messina conferma l'integrazione di undici delle sedici banche, ma non dice quali marchi verranno soppressi.«La razionalizzazione – afferma l'ad – è inevitabile».

In questo contesto Gaetano Miccichè, numero uno di Banca Imi, «resterà al vertice della divisione fino alla scadenza del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, del quale è membro». Miccichè, tra l'altro, non si occupa più della « gestione di tutte le attività che devono essere valorizzate e dismesse», cioè i crediti in sofferenza da recuperare o da cedere, prestiti internazionali sindacati cedibili e tutte le partecipazioni non strategiche da vendere-, affidata alla nuova divisione Capital Light Bank. 

«Nel 2015 erogheremo 35 miliardi», continua l'ad, che aggiunge: «Prevediamo per il 2015 una crescita del Pil tra lo 0,4 e lo 0,6%, ma l'effetto euro e l'effetto petrolio potrebbero aggiungere più di qualche decimo di punto a questa previsione».

Messina non nasconde di voler crescere nelle assicurazioni vita all'estero, ma «i mercati sono presidiati da operatori forti e realisticamente è difficile che si creino opportunità davvero interessanti».

Noemi

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