Cdp con punta a salire all’83% di Sia. Advisor Jp Morgan, Vitale e Nomura

Cassa depositi e prestiti pronta a scalare Sia. La cassa starebbe infatti lavorando, e anche con una certa urgenza, per comprare da F2i e Hat le quote restanti della società di servizi e infrastrutture di pagamento per procedere poi a un’operazione straordinaria, probabilmente una fusione – si parla insistentemente di Nexi.

Stando a quanto risulta a financecommunity.it,  Cdp sarebbe affiancata dagli advisor di Jp Morgan, mentre la F2i di Renato Ravanelli e Hat, il fondo guidato da Ignazio Castiglioni, sarebbero assistiti da Vitale & Co e Nomura.

Il gruppo guidato da Massimo Tononi e Fabrizio Palermo (nella foto da sx) attualmente possiede attraverso Fsia Investimenti – partecipata al 70% da Cdp Equity e al 30% da Poste Italiane –, circa il 49,5% di Sia. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare all’83% della società acquisendo prima le quote in mano a F2i (17,05%) e Hat sgr (8,64%) salendo al 75% e successivamente affidarsi all’opzione call, che doveva essere esercitata entro il 27 maggioper acquisire le quote di proprietà di Unicredit e Intesa Sanpaolo, complessivamente pari all‘8% circa.

In questo modo, dunque, Cdp si assicurerebbe l’83% circa della società mentre le restanti quote sarebbero quindi in mano a Banco Bpm (4,9%), Mediolanum e Deutsche Bank per l’1,5% e il resto privati. Ma perché arrivare a una maggioranza così solida? Rumors di mercato la considerano una mossa propedeutica all’eventuale fusione con Nexi, il gruppo dei pagamenti digitali fresco di quotazione. Se infatti le due società si fondessero, nel colosso che ne nascerebbe Sia peserebbe circa i due terzi mentre Nexi la restante parte. La quota di Cdp sarebbe a quel punto pari a circa il 25-30% della nuova realtà.

L’operazione, che dovrebbe avvenire entro l’estate, poggia su un enterprise value sul 100% di Sia pari a 3,1-3,3 miliardi di euro.

Nel 2018, Sia ha registrato un ebitda normalizzato di 222 milioni di euro, ricavi netti per 614,8 milioni e una posizione finanziaria netta di 723,9 milioni di euro. La valutazione sarebbe dunque pari a 14- 15 volte l’ebitda. Del resto la società sta performando bene. Lo scorso marzo il cda ha annunciato un dividendo per il 2018 di 60 milioni di euro, dopo averne staccato uno analogo da 59,9 milioni per l’esercizio 2017, un altro da 44,55 milioni per il 2016, uno da 49,69 milioni per il 2015 e uno da 35,68 milioni per il 2014 per circa 250 milioni di euro di dividenti in 5 anni.

Sul fronte operativo, nel 2018 il gruppo ha gestito complessivamente 7,2 miliardi di operazioni con carte, il 18,1% in più rispetto all’anno precedente, 14 miliardi di transazioni per i servizi istituzionali (+6,7%) e 3 miliardi di operazioni di pagamento relative a bonifici e incassi (-2,4%).

Noemi

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