Pompe idrauliche, Pedrollo acquisisce americana Superior Pump. Gli advisor

Il gruppo veronese Pedrollo ha acquisito il 70% dell’americana Superior Pump, raggiungendo, così, un fatturato di oltre 300 milioni di euro.

Translink Corporate Finance (Italia e Usa) è stato l’advisor finanziario esclusivo di Pedrollo e ha agito con il team di Translink Corporate Finance Italy composto dal managing partner David Strempel e dall’associate partner Sabina Grisorio (nella foto di coperatina), e con il team di Tranlink Corporate Finance US composto dal vice president Jason Hawley e da Mohit Mehta.  

Il gruppo Pedrollo è stato affiancato anche da PwC come financial & tax due diligence advisor e da TLA Advisory  in qualità di tax legal accounting services.

Il financing è stato fornito da Bnl, Bank of the West e banche del gruppo Bnp Paribas.

Superior Pumps s’è avvalso della consulenza di Chartwell Financial Advisory (Minneapolis) come financial advisor.

L’operazione effettuata tramite la holding statunitense Pedrollo Group Inc.

Superior Pump, con sede a Minneapolis (Minnesota), è attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di pompe idrauliche residenziali e commerciali.

Nel 2019 Pedrollo ha registrato un fatturato consolidato pari a 210 milioni di euro, comprensivo dell’acquisizione di Panelli nel quarto trimestre dell’anno. Per il 2021 il fatturato consolidato del guppo, con Superior Pump, si prevede che superi quota  300 milioni di euro, con un incremento di circa il 45% rispetto al 2019.

PEDROLLO: CONSOLIDAMENTO IN ITALIA, POI LA CINA

Pedrollo non nasconde che il distanziamento e la digitalizzazione dei processi privino i negoziati dell’aspetto umano, chiave nelle prime fasi delle trattative, ma rendano tutti più pragmatici, “sul pezzo, concentrati sui numeri e e sulle cose che contano. Ci fossimo visti continuamente magari sarebbero entrati in gioco altri fattori”.

Insomma, ferme restando le dinamiche normali di una trattativa, l’iter è stato snello e si è arrivata al signing pochi giorni fa. La famiglia proprietaria di Superior Pump manterrà il 30% del capitale: “L’abbiamo voluto noi”, racconta Pedrollo, “abbiamo voluto coinvolgerli. Umilmente ci siamo detti: o con loro o non riusciamo a fare il deal. L’attuale amministratore delegato del gruppo Usa, Charlie Michel III, mantiene il ruolo e diventa un manager del nostro gruppo”.

A spiegare a Financecommunity la ratio e la genesi dell’operazione è Giulio Pedrollo (nella foto sotto), amministratore delegato dell’omonimo gruppo. Intanto, esordisce il giovane manager/imprenditore, è “un Covid-deal”: due anni fa, racconta, “Translink ci ha fatto proposta di essere acquisiti e abbiamo risposto di no, come stiamo facendo con tutte le avances da tempo. Abbiamo rilanciato: ‘Piuttosto trovateci un target negli Usa, mercato che non siamo riusciti a penetrare’. Fatto sta che, forse anche all’accelerazione dei processioni decisioni familiari legati al Covid, ci hanno portato sul tavolo due target interessanti. Un’azienda si è sfilata successivamente, ma è rimasta Superior Pump. Ci siamo incontrati fisicamente a settembre 2019 e a gennaio 2020. Dopo aver stabilito il feeling personale, fondamentale per intendersi e vedere se c’era comunanza di valori, ci siamo piaciuti e tutto il resto è stato fatto digitalmente”.

Forte di un prodotto che ha resistito alla concorrenza spietata dei cinesi, Pedrollo ammette di essere carente in termini di marketing e servizi pre e post vendita, attività in cui eccelle Superior Pump, definito dall’AD “il terminale offensivo che ci mancava”. Insomma, dopo oltre trent’anni di tentativi di penetrare il mercato nordamericano, è arrivato il momento giusto, anche grazie, ammette Pedrollo, alla “svalutazione del dollaro”, che, unitamente alla riflessione di alcune aziende familiari legata al Covid, ha creato l’allineamento di pianeti per arrivare al deal.

Superior Pump, inoltre, prosegue l’AD, ha difeso bene le quote di mercato durante l’ultimo anno grazie a “una presenza molto forte nella grande distribuzione” e al presidio del canale di vendita online. Pedrollo, da parte sua, ha performato molto bene in Europa, approfittando dell’impasse dei concorrenti cinesi per via dell’impatto del Covid e dell’aumento dei costi delle materie prime.

Ora, il gruppo veronese conta di aggiungere un pezzo di fatturato grazie alla commercializzazione negli Usa delle pompe prodotte in Italia.

Per quanto riguarda i prossimi passi di sviluppo, Pedrollo cita un proverbio brasiliano: “Se un coccodrillo sta fermo diventa una borsetta”. Insomma, “non possiamo più fermarci”, con l’ambizione di diventare “una piccola Interpump dell’acqua pulita”. Restando, però, focalizzati sul core business dell’acqua, senza allagare il business alle pompe per heavy duty, come ha fatto l’azienda emiliana quotata.

Spazio per crescere nel core business ce n’è, innanzitutto in Italia, dove il Covid sta mettendo diverse aziende familiari di fronte a scelte strategiche, come accaduto a un gruppo storico come Caprari: “Molte imprese hanno idea di vendere”, nota Pedrollo.

E poi c’è l’esigenza di crescere ancora a livello internazionale, perché il Covid sta accorciando le supply chain e bisogna essere presenti nelle tre piattaforme globali che si vanno configurando: Europa, Usa e Asia-Pacific. “La pandemia e il trend della sostenibilità ambienta ci dicono che la produzione deve essere vicina al mercato di sbocco”, nota il manager. Dunque, aperta la strada in Nord America, il prossimo passo sarà la Cina.

Come? Corteggiata “da grandi gruppi industriali cinesi e da fondi israeliani e italiani (“Riceviamo una proposta al mese”), Pedrollo è orgogliosa di proseguire come azienda indipendente, senza escludere la quotazione borstistica come strada per fare il next step. Prima, però, “Dobbiamo fare un po’ di compiti a casa. Ci stiamo strutturando come un’azienda quotata, anche dal punto manageriale. La borsa mi fa un po’ paura, per via degli obblighi regolamentari, ma non la escludo in futuro”, conclude Pedrollo. Per ora, la solidità finanziaria del gruppo consente “di fare il passo delle acquisizioni adeguato alla gamba”.

Noemi

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