Coima Res debutta in Borsa il 5 aprile e punta a un dividendo del 4 o 5%

Con un roadshow partito dagli Stati Uniti e che prosegue in giro l’Europa, Coima Res avvia l’offerta pubblica di sottoscrizione finalizzata all’ammissione alla negoziazione sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana, a un prezzo pari a 10 euro per azione. 

L’Ipo, ha detto il ceo della Siiq Manfredi Catella (nella foto), in conferenza stampa a Milano, è programmato per distribuire, a regime, un dividendo tra il 4% e il 5% quale «obiettivo strategico e imprenditoriale». 

Nel dettaglio, l’offerta ha per oggetto minime 30 milioni di azioni ordinarie di nuova emissione, derivanti dall’aumento di capitale per massimo 60 milioni deliberato dall’assemblea il 14 settembre scorso, con la possibilità di aumentarne l’ammontare, delle quali 3 milioni rivolte al pubblico indistinto in Italia e il resto per un collocamento istituzionale. 

Tra gli investitori principali dell’iniziativa immobiliare figurano diversi fondi sovrani tra cui Qia, il fondo sovrano del Qatar, che conferirà alla Siiq 96 immobili, gran parte dei quali sono filiali di Deutsche Bank ora affittati con contratti di locazione di una «durata media residua di 11 anni senza clausole di recesso anticipato a favore del conduttore», ha specificato Catella. In cambio il fondo otterrà 14,45 milioni di azioni al prezzo di offerta (in aggiunta all’offerta globale).

L’obiettivo della Siiq è quello di portare avanti investimenti in Italia  in particolare «in immobili che producano rendimenti da canone di locazione, per un 60 -70%» e, per il restante 20-30%, «in edifici con finalità di trading, quindi a breve termine, o immobili da riqualificare» ma sui quali non si spenderà una cifra maggiore del 15% del valore del bene stesso».

Una parte degli investimenti, dunque, compreso in un «perimetro di un miliardo di euro, anche se le acquisizioni saranno nell’ordine di 300-500 milioni, sarà finalizzato in 6-8 mesi», mentre un’altra riguarda «investimenti più articolati, iniziative proprie non collegate a immobili sul mercato che richiederanno 12-18 mesi di tempo». 

Il patrimonio della Siiq comprenderà anche il Vodafone Village a Milano, il quartier generale italiano del gruppo tlc valorizzato circa 200 milioni di euro e alla cui acquisizione saranno destinati parte dei proventi della quotazione. Considerando il patrimonio, il valore post quotazione di Coima Res potrebbe essere dunque compreso in una forchetta tra i circa 450 milioni e i 750 milioni di euro.

L’obiettivo finale di Catella è quello di «acquisire dimensioni comparabili alle principali Siiq europee», e di rappresentare quindi una «porta di accesso al mercato italiano per il resto del mondo», ha aggiunto il ceo. Nel roardshow, ha raccontato, «siamo rimasti positivamente sorpresi di quanta attenzione ci sia verso il nostro Paese. L’Italia è guardata con interesse da parte degli investitori» e «in particolare, il real estate è un settore determinante», ma ha bisogno di una «ristrutturazione: oggi dipendiamo da captali occasionali, temporanei, che investono sulla base delle occasioni di rendimento, ma non sono stabili. Questo aumenta la volatilità del mercato immobiliare». Da qui la necessità di «intermediari domestici» che possano attirare questi capitali e mantenerli all’interno del sistema.

L’Ipo prevede poi una greenshoe pari a ulteriori 3 milioni di azioni di nuova emissione ma l’emittente potrà aumentare l’offerta di altri 22,5 milioni di titoli i (il 75% dell’offerta globale) se necessario. L’offerta globale si chiuderà il prossimo 1° aprile e il debutto a Piazza Affari  è previsto per il 5 aprile. 

Terminato il collocamento, con l’esercizio della greenshoe, il capitale sociale sarà per il 69,46% del mercato, il 30,42% andrà a Qatar holding, lo 0,05% a Coima Sgr, lo 0,06% a Coima Srl e lo 0,01% allo stesso Catella. 

Joint global coordinator dell’operazione sono Citigroup, con Leopoldo Attolico, e Mediobanca, con un team guidato da Francesco Spila.

Quella di avviare l’Ipo, dopo il rinvio a fine 2015 per la volatilità dei mercati finanziari, «è stata una decisione rischiosa ma dovuta», soprattutto in un contesto caratterizzato da equilibri delicati, in cui «il settore privato, che è la spina dorsale del Paese, ha la responsabilità di fare la sua parte per rilanciare l’economia reale e quindi di prendersi dei rischi». 

Quanto a governance e conflitti di interesse, tema delicati per gli investitori esteri, Catella ha sottolineato la scelta di avere tenuto per sé deleghe fino a soli 20 milioni, in modo che ogni operazione passi per il Cda, guidato dal presidente Massimo Capuano e formato da Feras Abdulaziz Al-Naama, nominato consigliere su indicazione del Qatar Investment Authority, Gabriele Bonfiglioli, Matteo Ravà, Agostino ArdissoneAlessandra Stabilini dello studio Nctm, Michel Vauclair e Laura Zanetti.

Coima Res è parte di Coima sgr, l’ex Hines Italia sgr, quando alla fine dello scorso settembre, Hines Italia ha infatti cambiato nome e socio di riferimento e Manfredi Catella, che era già socio al 28,87%, ha rilevato la quasi totalità delle quote del socio americano (sceso a una quota simbolica, inferiore all’1%, con un consigliere) arrivando al 92% circa del capitale. Il restante 8% circa fa riferimento alla Micheli & Associati di Francesco Micheli.

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