IPO 2014: +35% RISPETTO AL 2013, ITALIA FERMA A 26 QUOTAZIONI
Il 2014 delle Ipo è stato un anno globalmente positivo, ma non da record, in particolar modo per l'Italia, dove il numero delle nuove quotazioni si è fermato a 26. A stabilirlo è lo studio EY Global IPO Trends, secondo il quale le quotazioni, a livello mondiale, hanno segnato un rendimento medio del 17,1% l'anno, sovraperformando gli indici di mercato di circa il 12,3%. Nel corso dell’anno appena concluso sono state realizzate 1.206 Ipo, con una raccolta complessiva di 256.5 miliardi di dollari, in aumento del 35% in volume e del 50% in valore rispetto al 2013. Il 2014 ha rappresentato l’anno migliore per le Ipo dal 2010 ad oggi, sia in termini di ricavi, che di volumi, anche se la volatilità sui mercati azionari internazionali nel mese di ottobre ha contribuito a frenare le aspettative rispetto al quarto trimestre.
«A livello mondiale il 2014 è stato un anno positivo, segnando in media un rendimento del 17,1% l’anno – commenta Paolo Zocchi, Strategic Growth Markets leader di EY Med –. Tra i settori più attivi nel nostro paese emergono Media and Entertainment ed Energy and Power».
Gli Stati Uniti guidano il ranking internazionale per volume e valore di Ipo Gli Stati Uniti guidano il ranking internazionale con 224 quotazioni ed una raccolta complessiva di 54,5 miliardi di dollari, seguiti da Cina con 206 Ipo e una raccolta di 65,8 miliardi di dollari e Giappone con 83 Ipo e una raccolta di 11,8 miliardi di dollari.
Il Nasdaq rappresenta l’indice principale al mondo per numero di Ipo (14% del totale mondiale) mentre il New York Stock Exchange guida la classifica per capitale raccolto (29% del valore complessivo), anche non considerando l'influenza dell’operazione Alibaba.
Il Regno Unito guida la classifica europea con 92 quotazioni e una raccolta pari a 24,2 miliardi di dollari, seguito da Francia, 27 IPO ed una raccolta pari a 7,3 miliardi di dollari, Svezia, 25 Ipo ed una raccolta di 3,8 miliardi di dollari.
Gli sponsor finanziari, approfittando del sentiment positivo sul mercato, hanno continuato a svolgere un ruolo dominante sul mercato mondiale delle Ipo, in particolare negli Stati Uniti, Europa continentale e Regno Unito, liquidando assets acquisiti all’apice del ciclo- economico 2006-07. Le Ipo promosse da sponsor finanziari sono state 328, con una raccolta complessiva di 124.4 miliardi di dollari, in aumento dell’86% rispetto al 2013: quasi la metà (48%) del valore complessivo delle IPO globali e il 27% del volume, la performance migliore dal 2001. I deal cross-border hanno caratterizzato il 2014: sono state infatti 129 le Ipo (10,7%), la percentuale più alta dal 2007 ad oggi.
Il 52% di queste operazioni sono state realizzate sulle borse statunitensi, il 23,3% del volume totale delle Ipo negli Stati Uniti. Le altre destinazioni per quotazioni straniere sono Londra (22% delle offerte), Australia (9%), Singapore (4%), Germania (2%) e Hong Kong (1%).
La solida performance del settore cross Aziende provenienti da diversi settori continuano ad approdare sul mercato: nessun settore rappresenta singolarmente oltre il 16% delle Ipo a livello mondiale. I primi tre in termini di numero di deal sono il settore Health Care (193 Ipo, 16% del totale mondiale), seguito da Technology (167 Ipo, 14%) e Industrials (142 Ipo, 12%). In termini di capitale raccolto, Technology è il settore leader, con una raccolta complessiva di 50,2 miliardi di dollari, trainato dai ricavi provenienti dalla quotazione record di Alibaba con 25 miliardi di dollari. Altri risultati importanti sono stati ottenuti dal settore Financial ed Energy, con una raccolta pari a 39,9 e 30,2 miliardi di dollari.
«L’IPO rappresenta una strategia collaudata per le aziende che operano in un'ampia gamma di settori – aggiunge Maria Pinelli, Global Vice Chair of Strategic Growth Markets di EY -. Anche se alcuni mercati hanno una forte appartenenza a settori particolari, la chiave per sbloccare valore è per le aziende quella di arrivare sul mercato con una proposta molto attraente che dimostra come una IPO può aiutare ad accelerare la crescita».