Fabio Sattin a M&A Circus: “Lo Stato nelle imprese? Sì ma servono regole chiare”

“Questa crisi ha accelerato dei cambiamenti che erano in atto, dall’e-commerce allo smartworking, per questo con le nostre aziende abbiamo fatto, dopo una prima fase di gestione dell’emergenza, anche dei corsi e seminari per cercare di prepararci al meglio a questo cosiddetto new normal che ci aspetterà”, spiega Fabio Sattin (nella foto), presidente esecutivo e fondatore assieme a Giovanni Campolo di Private equity partners, ospite in questo nuovo episodio di M&A Circus.

 

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Allo stesso modo, osserva “l’m&a, se fatto in senso strategico, per l’internazionalizzazione e per aumentare le dimensioni e avere le spalle più larghe, accelererà come altri aspetti e potrà dare un serio e importante contributo alle imprese”.

Quanto al private equity, “una sfida sarà dare la giusta valutazione alle aziende, il che richiederà molta esperienza e conoscenza del mercato”. I fondi, ricorda, “prendono risorse da investitori che devono ottenere dei ritorni, la prima sfida sarà capire se ci sno investimenti in grado di generare ritorni in tempi utili e questo sarà molto difficile e richiederà l’utilizzo di strumenti con un estensione temporali più lunghi ad esempio del classico fondo chiuso”.

In questo contesto, per Sattin l’intervento pubblico, il contributo dello Stato, è “giustificato quando il mercato da solo fa fatica, come nella situazione attuale”. È essenziale però “che le regole siano chiare: l’intervento deve essere temporaneo e chiaro e lo Stato non deve gestire attivamente le partecipazioni ma garantire che le regole di governance siano rispettate e trasparenti”.

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