Airbnb torna a fare rotta sul Nasdaq. I mercati guardano oltre il Covid

Riprendere la strada che porta a Wall Street quando i numeri dei contagi da Covid-19 sono tornati a crescere in modo preoccupante in tutto il mondo. Airbnb apparentemente ha sbagliato in modo clamoroso il timing per presentare un nuovo filing alla Sec in vista dell’ipo. In realtà, sta cavalcando una ripresa del turismo che, dopo mesi di blocco totale a causa del lockdown, sta superando le attese più rosee.

Come abbiamo sottolineato nel numero 146 di Mag (clicca qui per scaricarlo), il mercato guarda avanti. Così, la risalita dei contagi – che interessa ogni area geografica, sebbene con tassi differenziati – si sta traducendo in un semplice ritracciamento delle borse. E nemmeno di tutte, dato che, a Wall Street, il Nasdaq continua a macinare record, trascinando l’indice S&P 500, che Goldman Sachs vede a 3.600 punti entro fine anno (ieri ha chiuso a 3.374,85 punti).

Apple ieri ha toccato una capitalizzazione di 2mila miliardi di dollari, record assoluto per un singolo titolo.

Altro segnale di relativa salute dell’economia globale: il colosso dell’ecommerce cinese Alibaba ha archiviato il primo trimestre fiscale (aprile-giugno) con vendite in crescita del 34%, a 153,8 miliardi di yuan, superando le attese degli analisti, ferme a 148,1 miliardi di yuan. Nettamente meglio delle stime anche l’utile netto: 47,6 miliardi di yuan contro 24,5 miliardi di yuan previsti dagli analisti. Alibaba ha beneficiato della ripresa dei consumi in Cina dopo la caduta per via delle misure di contenimento della pandemia, che dal Paese asiatico è partita e che là pare essere stata debellata.

Per quanto riguarda Airbnb, il business degli affitti brevi è stato praticamente azzerato dal lockdown. Però, come previsto dagli esperti del settore immobiliare, è anche il segmento dell’ospitalità che si sta riprendendo più velocemente, perché lo short rent da privati viene scelto dai turisti che prediligono una soluzione che non impone di condividere spazi con altre persone, come accade in hotel, campeggi, agriturismi e altre strutture.

La ripresa del turismo, dunque, coincide con un rilancio degli affitti a breve termine. Ed ecco che Airbnb ha tirato fuori dal cassetto il piano per approdare al Nasdaq, depositando un filing confidenziale alla Sec.

Il numero di azioni che verranno collocato e il range indicativo di prezzo saranno comunicati successivamente. Al momento, non sono note le banche che si occuperanno del collocamento, nell’ottobre scorso Reuters aveva scritto che Airbnb si apprestava ad affidare il mandato a Morgan Stanley e Goldman Sachs.

L’amministratore delegato di Airbnb, Brian Chesky, aveva in programma di avviare il processo di quotazione il 31 marzo scorso, ma l’esplosione della pandemia ha mandato a monte i piani. Il gruppo con sede a San Francisco si è trovato dalla sera alla mattina con un business praticamente azzerato, e ha risposto sospendendo le attività di marketing per il 2020 e tagliando il 25% della forza lavoro.

Tanto violento era stato il crollo quanto rapida la ripresa: a luglio Airbnb ha reso noto che per la prima volta dal 3 marzo gli ospiti hanno prenotato più di un milione di notti in un solo giorno. Il mese scorso, a ogni modo, le prenotazioni sono scese del 30% rispetto a un anno prima, ma con un recupero netto rispetto al crollo del 70% di maggio. I numeri sulle prenotazioni dei mesi estivi, secondo quanto fatto trapelare dal gruppo, sono confortanti.

La scommessa alla base della decisione di riavviare il processo di quotazione è che la risalita dei contagi – peraltro figlia in buona misura proprio dei viaggi e più in generale della normalizzazione della libertà di movimento delle persone – sia solo temporanea e comunque non tale da causare nuovi lockdown. Sullo sfondo, poi, c’è la speranza che nei prossimi mesi sia a disposizione un vaccino, efficace e sicuro, che ponga fine all’incubo Covid-19. I progressi degli studi sperimentali da parte di varie aziende farmaceutiche fanno ben sperare in questo senso.

Come abbiamo raccontato sull’ultimo numero di Mag, le ipo sono il barometro dello stato di salute del mercato azionario e, per quanto possa apparire paradossale, il 2020 si sta rivelando un anno florido per le quotazioni. Non deve stupire, pertanto, che Airbnb tenti l’approdo a Wall Street in questo periodo: le acque sono relativamente calme.

Nell’aprile scorso, in pieno lockdown, Airbnb chiuse un round di finanziamento che comprendeva warrant esercitabili sulla base di una valutazione del gruppo pari a 18 miliardi di dollari, ben al di sotto della valutazione che gli azionisti avevano in testa quando, a marzo, avevano avviato l’iter per la quotazione, ovvero 26 miliardi di dollari. Ma in precedenza, nei round sottoscritti dagli operatori di venture capital, Airbnb aveva toccato una valutazione di 45-47 miliardi di dollari.

Quale sarà la valutazione con cui Airbnb  si presenterà sul mercato? Le tempistiche non sono state indicate dal gruppo, ma gli analisti prevedono un’ipo entro la fine dell’anno. Le prossime settimane saranno decisive per monitorare l’evoluzione dei contagi e l’andamento del business degli affitti a breve termine. E, di conseguenza, per stabilire se il tentativo di quotazione avverrà sulla base di una valutazione più vicina ai massimi storici o al round di aprile.

Fondata dodici anni fa, Airbnb è arrivata a fatturare quasi 5 miliardi di dollari nel 2019. Non va dimenticato, però, che il boom degli affitti a breve termine ha sollevato in diversi Paesi un dibattito negli ultimi anni per via dell’esplosione dei prezzi degli immobili in alcuni quartieri delle città più visitate dai turisti. A Milano, per esempio, l’amministrazione comunale aveva preannunciato misure volte a scoraggiare l’investimento in immobili finalizzato all’affitto a breve termine. Anche a livello nazionale si era cominciata a fare largo l’ipotesi che questa soluzione di ospitalità dovesse in qualche modo essere limitata ed essere sottoposta a una tassazione più gravosa. La pandemia ha spinto dietro le quinte queste discussioni, che, però, non è escluso che tornino sul proscenio una volta normalizzata la situazione sanitaria.

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