UniCredit, ecco la lista per il nuovo cda. Le donne sono il 45% dei candidati
UniCredit ha concluso la selezione dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione, che verranno sottoposti al giudizio degli azionisti nell’assemblea del 15 aprile. Il lavoro della società di head hunting Spencer Stuart ha portato a individuare una rosa composta da Pier Carlo Padoan (presidente), Andrea Orcel (amministratore delegato – nella foto), l’attuale vice presidente Lamberto Andreotti, Elena Carletti, Jayne-Anne Gadhia, Jeffrey Hedberg, Beatriz Lara Bartolomé, Luca Molinari (in quota Aabar), Maria Pierdicchi, Renate Wagner (in quota Allianz) e Alexander Wolfgring.
Per completare il cda da tredici membri mancano all’appello i candidati di Assogestioni, che potrebbero restare Francesca Tondi e Vincenzo Cariello. Usciranno dal board l’attuale presidente Cesare Bisoni, Diego De Giorgi (che seguirà l’ex ceo Jean Pierre Mustier nella spac appena lanciata con Tikehau), il presidente del comitato corporate governance Stefano Micossi, Sergio Balbinot e Mohamed Hamad Al Mehairi.
La lista, sottolinea il comunicato di Piazza Gae Aulenti, è stata predisposta in linea con le best practice internazionali, la normativa applicabile e le linee guida della Bce. In particolare, spiega la banca, la rosa assicura complementarità in termini di esperienza e competenze, garantisce una comprensione collettiva delle principali aree di business e i principali mercati in cui opera UniCredit e riflette le priorità strategiche che la banca affronterà nei prossimi anni. Inoltre, “valorizza il profilo internazionale del consiglio, accompagnato ad una profonda comprensione dei mercati in cui la banca opera, riflette una particolare attenzione alla diversity in tutte le sue declinazioni a partire dal genere (il 45% dei consiglieri appartiene al genere meno rappresentato), dalle culture di provenienza e dall’età”.
La lista, prosegue la nota, valorizza significative esperienze in ruoli apicali in aziende rilevanti nel settore di appartenenza, oltre a una consolidata conoscenza di tutti gli aspetti della corporate governance. Ma riflette anche una rinnovata attenzione su competenze in ambito financial services e un particolare focus su tematiche legate alla sostenibilità e alla tecnologia come leva abilitante dei processi di trasformazione. Infine, è valorizzata l’importanza di esperienze rilevanti nella gestione del capitale umano e di politiche di diversity and inclusion.