Real estate, gli investimenti crescono del 12% nel secondo trimestre
Nel secondo trimestre 2016 il mercato immobiliare italiano ha registrato investimenti per quasi di 2 miliardi di euro, il 12% in più rispetto sia allo scorso trimestre sia allo stesso periodo dello scorso anno.
A rilevarlo è l’ultima analisi analisi di CBRE, società di consulenza immobiliare, che ha registrato nel settore volumi pari a 3,6 miliardi nella prima metà dell’anno, in linea con il 2015.
L’interesse per il settore, rileva il gruppo, si è confermato forte nella prima parte dell’anno, con un’attività più dinamica se guardiamo al numero dei deals, maggiore rispetto al 2015.
In particolare, il capitale straniero è ancora protagonista, rappresentando il 75% degli investimenti totali del primo semestre dell’anno, con 2,7 miliardi investiti, seppur in calo del 6% rispetto al primo semestre 2015. Continua invece a migliorare la quota di capitale domestico investito: quasi 900 milioni nei primi sei mesi 2016, una crescita del 24% rispetto alla prima metà dello scorso anno.
Per quanto riguarda i settori, gli uffici registrano ancora la maggior quota di investimenti con quasi 1,6 miliardi nel primo semestre (+51% rispetto al primo semestre 2015), seguiti dal retail che ha raggiunto quota 680 milioni (+19%). Il settore degli hotel (+45% rispetto all’anno scorso) continua ad attrarre una quota significativa di capitali insieme al settore della logistica.
A livello di città, l’attività di investimento è migliorata nel mercato romano, con 800 milioni investiti nella prima metà 2016, una forte crescita rispetto al primo semestre 2015, anche se non sufficiente a colmare il ritardo rispetto a Milano a causa della carenza di prodotto nel segmento direzionale. La città meneghina, dopo un anno record nel 2015, ha fatto registrare un volume di investimenti di circa 1.4 miliardi, il 30% in meno rispetto al 2015, anche questo conseguenza di un esaurimento di prodotto e non di un calo di interesse.
“L’attività registrata nella prima parte dell’anno ha confermato quello che avevamo visto alla fine del 2015: un forte interesse per l’Italia e una continua appetibilità del settore immobiliare, relativamente ancora competitivo rispetto ad altre asset class – ha commentato Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE Italia, che aggiunge tuttavia “riscontriamo ancora un gap tra domanda e offerta in termini di pricing che, se non colmato, rappresenterà un freno all’espansione dei volumi futuri”.
Per quanto riguarda la seconda parte dell’anno, osserva, “il gap sopra citato, insieme all’aumentata volatilità ed incertezza sui mercati, determinerà una fase di attesa con un probabile rallentamento dei volumi. Ancora una volta, un ruolo chiave sarà quello che giocheranno le banche e la loro capacità e rapidità nel risolvere il problema delle sofferenze. I prossimi mesi saranno caratterizzati da un livello di attività importante sul segmento core e una crescita dell’attività legata agli Npl”.