Grandi Stazioni Retail, entro febbraio le offerte vincolanti
La gara per gli asset retail di Grandi Stazioni inizia a farsi agguerrita. Dopo la raccolta delle manifestazioni d’interesse, che si è chiusa il 14 dicembre scorso, Ferrovie dello Stato, che detiene il 55% di Gs Retail, ha dato il via alla seconda fase del processodi vendita degli spazi commerciali con l’invio della richiesta delle offerte non vincolanti da far arrivare entro la fine di febbraio.
L’information memorandum è stato inviato dall’advisor Rothschild, che agisce con un team guidato da Irving Bellotti, ai 17 raggruppamenti che hanno presentato le manifestazioni di interesse. La nota di Fs precisa anche che la presentazione delle offerte non vincolanti da parte degli investitori interessati a Grandi Stazioni Retail è fissata entro la fine di febbraio, mentre non è stato definito ancora il termine per le offerte vincolanti. L’idea di Ferrovie dello Stato è quella di chiudere tutta la partita entro fine giugno, periodo in cui sarà dato seguito in via definitiva alla delibera dell’assemblea dello scorso 22 dicembre che aveva varato il progetto di scissione e che vedrà nascere dalla società attuale tre diverse realtà (GS Rail, GS Immobiliare e appunto GS Retail).
Ora sul piatto, c’è la cessione di Gs Retail, che ha in pancia la gestione delle attività di locazione commerciale dei 14 principali scali ferroviari della penisola, l’attività media&advertising, la gestione di alcuni servizi ai clienti, la supervisione delle attività di facility management, nonché la gestione di due scali cechi.
In sostanza si tratta di 600-800 milioni di equity, cui si aggiungono 150-180 milioni di debito.
Un boccone appetibile che, stando agli ultimi dati disponibili, ha macinato 110 milioni di ricavi pro-forma e un Ebitda pro-forma di 49 milioni nel 2014. «Dato lo standing delle società che hanno manifestato il loro interesse per Grandi Stazioni Retail – è il commento dell’ad di Fs, Renato Mazzoncini – auspichiamo una competizione serrata per una valorizzazione ottimale dell’asset».
Competizione che, al momento, comprende fondi di private equity, operatori immobiliari, fondi infrastrutturali, fondi sovrani e soggetti industriali. In particolare sono circolati i nomi dei fondi sovrani di Abu Dhabi (Adia), del Qatar (Qia) , di Singapore (Gic) e il Fondo Strategico; di operatori di real estate focalizzati sul retail come la francese Klepierre e la franco-olandese Unibal Rodamco; fondi di private equity tradizionali come Cinven e Blackstone, CVC, BC Partners, Bain Capital, Permira, Carlyle, Lonestar e Clessidra; e fondi infrastrutturali come Antin, Ardian, Deutsche Bank o F2i.