Maccaferri, parte vendita Exergy. Su concordato in pista Rothschild e Ltp
Exergy, azienda energetica varesina, sarà la prima controllata della holding Maccaferri in concordato preventivo a essere messa all’asta, con una base di partenza di 16 milioni.
E’ quanto riferiscono a Financecommunity.it diverse fonti vicine alla situazione, confermando le anticipazioni pubblicate da alcuni organi di stampa.
Al piano concordatario di Maccaferri sta lavorando Rothschild come consulente finanziario, mentre Long Term Partners (Ltp) sta stilando il piano industriale, atteso per il prossimo 4 novembre.
Exergy ha sede a Olgiate Olona ed è specializzata in sistemi per la generazione elettrica e termica da fonti rinnovabili (geotermica e biomasse) o da recupero del calore di processi industriali.
L’asta si terrà il 25 settembre al tribunale di Bologna e riguarderà l’intero complesso aziendale, inclusa la controllata Exergy Turkey, nonché i cinquanta dipendenti dello stabilimento lombardo. Il valore potrà essere ridotto fino a 3 milioni di euro a fronte dell’impegno da parte dell’aggiudicatario di proseguire le commesse in corso e i contratti post vendita, e di liberare le società dai residui obblighi nei confronti dei committenti svincolando le relative garanzie.
L’autorizzazione del tribunale alla vendita è arrivata il 14 agosto, seguita dalla pubblicazione dell’avviso di vendita (a cura del notaio Giovanni Panzera). La vendita si articolerà in due lotti, ma per il secondo saranno accettate offerte solo nel caso che non ne arrivino di valide per il primo. Se la prima asta andrà deserta, saranno accettate offerte per un altro lotto, comprendente comunque l’intero complesso aziendale, ma con alcune differenze. La più rilevante riguarda il futuro dei dipendenti dello stabilimento di Olgiate Olona: l’acquirente dovrà mantenere almeno 35 lavoratori per almeno tre anni e sarà necessario un accordo sindacale.
Per depositare le offerte vincolanti occorre versare una cauzione di 3,2 milioni; al momento, stando alle fonti, non ne sarebbero state depositate, ma ci sono stati diversi interessamenti, tra cui quello di General Electric.
Exergy è solo la prima tappa del disimpegno di Maccaferri dal settore energetico, che vede in concordato anche Seci Energia ed Enerray. In vendita, all’interno del gruppo, anche Agripower e Powercoop, ma non ci sono ancora tempistiche precise.
Maccaferri ha fatto ricorso al concordato in bianco lo scorso 31 maggio, per fare fronte a un indebitamento di circa 750 milioni.
Fondata 140 anni, Maccaferri, oltre che nell’energia, è attiva nella geotecica (Officine Maccaferri), nell’ingegneria meccanica (Samp, attiva nella produzione di macchine rotanti per fili e cavi), nell’immobiliare e nelle costruzioni (Seci Re e Sapaba), nell’agroalimentare (Sadam) e nel tabacco (Manifatture Sigaro Toscano). Una galassia di 55 stabilimenti produttivi, 4.500 dipendenti nel mondo e 1 miliardo di euro di fatturato.
Le sette aziende coinvolte nella procedura concorsuale – se si esclude la holding Seci, presieduta da Gaetano Maccaferri (nella foto) – pesano per circa il 25% del fatturato del gruppo e occupano circa trecento persone.