Banche, profitti sempre più giù. Per Bcg l’unica strada è la trasformazione digitale
Le banche a livello mondiale vedono progressivamente erodersi i profitti, segno che diventa impellente l’esigenza di guidare e non subire la trasformazione digitale.
E’ la fotografia scattata dalla nona edizione del Global Risk Report di Boston Consulting Group, che ha valutato l’economic profit (EP) adeguato ai rischi e ai costi del capitale generato dal 2013 al 2017 da oltre 350 banche retail, commerciali e di investimento, che rappresentano oltre l’80 % del mercato bancario globale.
Nel 2017 l’EP si è attestato a 68 miliardi, scendendo a 8 punti base, la metà del picco toccato nel 2015. La performance del settore bancario, dunque, è tornata ai livelli del 2013, quando cominciò la ripresa dopo la crisi economico-finanziaria generata dal crollo di Lehman Brothers.
Lo studio di Bcg fotografa un mondo a tre velocità, nel quale le banche europee sono impegnate in una faticosa risalita (arrivando a -22 punti base nel 2017 dai -38 del 2013), quelle del Nord America e dell’Asia-Pacifico si sforzano di mantenere la rotta (evidenziando, rispettivamente, un EP positivo di 41 e 19 punti base), e quelle dei Paesi in via di sviluppo dell’America meridionale (91), del Medio Oriente e dell’Africa (62) mostrano un’elevata redditività.
“Ogni anno l’analisi evidenzia sempre più l’impatto della digitalizzazione sul settore bancario” afferma Matteo Coppola (nella foto), managing director & senior partner di Boston Consulting Group e co-autore del report. “La maggior parte degli attori sta investendo in sperimentazioni e applicazioni nel mondo dei processi digitali e delle decisioni supportate dagli analytics. Siamo a un punto di flessione nel settore: a valle del periodo di forte de-risking del sistema dovuto agli effetti della crisi, le banche hanno l’opportunità di aprire una nuova strada, ma devono forzatamente passare per la trasformazione digitale di alcuni ruoli cardine, come il credito e la tesoreria”.
Una sfida comune a cui far fronte è il divario con un piccolo gruppo di incumbent che stringono partnership con fintech e open banking per fornire ai clienti risorse istituzionali e di competenza digitali. L’altra riguarda le risorse: poche banche ne avranno a bilancio a sufficienza per sfidare i nuovi player con potenti capacità digitali. Il terzo problema è il peso dei crediti deteriorati, che in Europa ha continuato a salire, dal 6,4% nel 2009 all’8,9% nel 2015 e 2016, per scendere al 7,9% nel 2017. Come emerge dai dati di Bankitalia e dai bilanci degli istituti, relativi al nostro Paese, il trend di riduzione del peso dei crediti deteriorati è proseguito nel 2018 e si sta confermando quest’anno.