Banca Etica lancia Coopmed, per lo sviluppo dell’imprenditoria sociale
Si chiama Coopmed, ed è un’istituzione di microfinanza fondata da un gruppo di organizzazioni europee di finanza etica e presentanta in Francia da Banca Etica. La presentazione avviene in occasione del “Forum per l’imprenditoria nel Mediterraneo” promosso dall’ACIM (Agenzia per lo sviluppo dell’impresa nel Mediterraneo).
Coopmed nasce per la cooperazione finanziaria finalizzata al sostegno dell’economia sociale e solidale nel Mediterraneo: la dotazione iniziale dell’organizzazione è di 10,5 milioni di euro, con la possibilità di arrivare a 20 milioni in poco tempo. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sostenere lo sviluppo, tecnico e finanziario, di attività economiche espressione della Società Civile e finalizzate alla lotta ai cambiamenti climatici, alla crescita dell’imprenditoria femminile o all’integrazione delle fasce fragili della popolazione Coopmed erogherà prestiti a medio-lungo termine e servizi di accompagnamento tecnico a istituzioni finanziarie di prossimità distribuite nei paesi della fascia Sud ed Est del Mediterraneo, attualmente i paesi coinvolti sono Algeria, Egitto, Israele ,Palestina, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia.
I beneficiari finali saranno piccoli imprenditori, artigiani e società cooperative.
Coopmed ha già erogato due finanziamenti a due istituzioni di microfinanza: Acad in Palestina e Inmaa in Marocco, entrambi gli interventi sono destinati ad agevolare l’accesso al credito per imprese femminili operanti in aree rurali. Sono tra le organizzazioni finanziatrici di Coopmed: Banca Popolare Etica, Crédit Coopératif, Sefea, FEI – Fondo Europeo per gli Investimenti.
«Coopmed rappresenta l’opportunità per Banca Etica di essere tra le protagoniste di un innovativo progetto di cooperazione finanziaria nel Mediterraneo – spiega Ugo Biggeri, presidente di Banca popolare Etica -. Per Banca Etica questo significa non rassegnarci a pensare al “mare nostrum” come crocevia di viaggi della speranza di chi fugge dalla barbarie della guerra, ma come un luogo in cui costruire relazioni virtuose finalizzate allo sviluppo economico e sociale delle popolazioni che vivono sulle sue sponde».