Neuberger Berman lancia un fondo gestito dall’Eisman de La Grande Scommessa

Neuberger Berman, società di gestione indipendente, non quotata e interamente controllata dai propri dipendenti, ha lanciato il fondo UCITS long/short azionario Neuberger Berman Absolute Alpha che sarà gestito dal senior portfolio manager Steve Eisman , professionista diventato famoso per essere stato descritto nel bestseller di Michael Lewis “The Big Short (La Grande Scommessa) – poi diventato un film dove Eisman è interpretato da Steve Carell, e dal suo team.

Il fondo, registrato anche in Italia, adotta una strategia long-short equity che mira a generare alfa sia dalle posizioni lunghe che corte in portafoglio. Insieme ai co-manager Michael Cohen e Dana Cohen, il team di Eisman cercherà di sfruttare le opportunità, sia positive che negative, generate dalle trasformazioni in atto, dai cambiamenti o dalle criticità presenti nei mercati a livello di singolo settore, società o management. In particolare, il team ritiene che l’analisi del sistema finanziario sia parte integrante nell’identificazione dei primi indicatori di uno ‘stress’ economico di più ampio respiro.

Il fondo Neuberger Berman Absolute Alpha non ha l’obiettivo di essere costantemente market-neutral e può assumere un orientamento direzionale positivo o negativo attraverso la gestione attiva dell’esposizione netta, che può essere compresa tra il +65% long e il -20% short. Il fondo si basa su una strategia azionaria long-short già esistente gestita da Eisman, che è stata lanciata il 1° novembre 2016. Dal lancio alla fine di dicembre 2018, la strategia ha generato un rendimento netto dell’11,42%, in USD, contro l’1,27% dell’indice HFRX Equity Hedge*.

Come descritto nel libro, Eisman ha raggiunto la notorietà a livello globale per aver seguito un’intuizione vincente in occasione del crollo dei mercati finanziari nel 2007-2008. Secondo Eisman, la crisi dei mutui subprime è stata causata da quattro fattori interconnessi tra loro: una leva finanziaria eccessiva, l’esplosione dei mutui sub-prime, l’elevata concentrazione di titoli cartolarizzati nei bilanci di organizzazioni sistemiche, nonché dall’ingente ricorso ai strumenti derivati. Anche se gli stessi problemi non sono presenti oggi nel sistema, Eisman sostiene che queste abbiano rappresentato delle lezioni da tenere presente anche oggi.

“La prima lezione da ricordare è che i paradigmi possono durare a lungo, anche quando sono sbagliati. Wall Street ha creduto di sapere come gestire il proprio rischio e quindi ha aumentato continuamente la leva finanziaria. Ci è voluta una crisi per dimostrare che il paradigma era sbagliato”, spiega Eisman.

“In secondo luogo, gli incentivi prevalgono sull’etica, quasi sempre. Le banche (gli originator) e i team dedicati alle operazioni di cartolarizzazione erano tutti retribuiti sulla base dei volumi di emissioni, non sulla loro qualità. Essi hanno continuato ad essere originati finché la qualità del credito non implose. Infine, la regolamentazione è importante e le modifiche alla regolamentazione stessa possono esserlo ancora di più”.

“Come mettiamo in pratica queste lezioni oggi? Riteniamo che sia importante rivalutare le strutture retributive, con particolare attenzione al rendimento a lungo termine sul capitale rispetto al volume. È inoltre fondamentale comprendere i rischi sottostanti”.

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