Risparmio gestito, frenata nel secondo trimestre
Secondo trimestre in frenata per il risparmio gestito italiano, che soffre dunque anche a livello semestrale.
Stando alla mappa del secondo trimestre 2016 pubblicata da Assogestioni, nei primi sei mesi del 2016 l’industria ha raccolto 28,4 miliardi di euro, oltre due terzi in meno rispetto ai 96 miliardi registrati nello stesso periodo 2015, il semestre migliore dal 2003.
A spingere al ribasso i numeri è stato il secondo trimestre, periodo durante il quale la raccolta si è fermata a 935 milioni (contro i 27,5 miliardi dei tre mesi precedenti) a causa principalmente di un deflusso dei fondi, che complici i rendimenti poco brillanti hanno perso 1 miliardo di euro, dopo gli introiti per 13,4 miliardi registrati tra gennaio e marzo. Nonostante le frenate, a livello generale le masse gestite totali sono cresciute di 15 miliardi e restano sui massimi a quota 1.871 miliardi, vicino ai massimi storici.
Nel dettaglio, i fondi aperti hanno registrato una raccolta netta nei sei mesi di 12,3 miliardi, contro i 13,9 miliardi nel primo trimestre. Stessa direzione per le gestioni di portafoglio, che hanno chiuso i primi sei mesi con flussi netti per 15,9 miliardi, di cui 1,9 miliardi nel secondo trimestre e 14 miliardi nel primo.
Quanto alle singole categorie dei fondi aperti, gli azionari hanno registrato nel semestre una raccolta negativa per 1,5 miliardi (-2,7 miliardi nel secondo trimestre e 1,2 miliardi nel primo), In cima alla raccolta ci sono i comparti flessibili con 7,8 miliardi (4,6 miliardi nel secondo trimestre e 3,2 miliardi nel primo), seguono gli obbligazionari con 4 miliardi (ottenuti quasi tutti nel secondo trimestre chiuso con 3,6 miliardi), positivi anche i fondi bilanciati con 1,5 miliardi (624 milioni nel secondo e 957 milioni nel primo trimestre). Chiudono poco sopra la parità i fondi monetari (559 milioni): dopo l’exploit del primo trimestre, a 7,7 miliardi, nel secondo sono finiti in rosso per una cifra simile, ossia 7,1 miliardi.
Se guardiamo alle singole sgr, sul dato totale di raccolta del secondo trimestre ha inciso il Gruppo Generali, il maggiore per masse gestite nel nostro Paese, in defici per 9,1 miliardi (-7,8 dai fondi). Un’emorragia che dipende dai movimenti infragruppo, in particolare sul fondo monetario che le compagnie assicurative del Gruppo utilizzano per gestire la loro liquidità.
Situazione simile, anche se lo spostamento di masse avviene tra gruppi diversi e per un probabile trasferimento di deleghe di gestione, per Crédit Suisse, che ha ceduto 3,8 miliardi, e per Poste Italiane, che con 4,7 miliardi di raccolta ha aumentato il patrimonio in gestione a 75 miliardi e diventa il quarto gruppo in Italia per dimensioni, dopo Generali (465 miliardi), Intesa Sanpaolo (358 miliardi) e Pioneer Investments – Gruppo Unicredit (143 miliardi).
Fra i gruppi che mostrano saldi positivi tra sottoscrizioni e riscatti nel secondo trimestre ci sono Intesa Sanpaolo (3,4 miliardi), Ubi Banca (1,5 miliardi) e Amundi Group (981 milioni). Prosegue invece la ritirata di alcuni esteri, su tutti Franklin Templeton che segna -1,2 miliardi e scende a 18,2 miliardi in gestione; i deflussi dai prodotti di State Street ammontano a 635 milioni e Allianz liquida 504 milioni.