Sharing economy, entro il 2025 in Europa varrà 570 miliardi
Entro il 2025, le transazioni legate alla sharing economy nei cinque principali settori – finanza collaborativa, alloggi tra privati, trasporti tra privati, servizi domestici a richiesta e servizi professionali a richiesta – varranno 570 miliardi di euro, un valore 20 volte superiore ai 28 miliardi di euro attuali.
A rilevarlo è l’ultima ricerca di PwC sul settore che ha studiato in dettaglio 9 stati europei (Svezia, Polonia, Italia, Belgio, Spagna, Germania, Olanda, Regno Unito, Francia) in cui sono presenti almeno 275 le società attive nella sharing economy.
Stando alla ricerca, i micro-imprenditori che forniscono servizi di sharing economy si prevede che porteranno a casa l’85%, ovvero 487 miliardi entro i prossimi nove anni. La crescita della sharing economy in Europa sarà dunque “ampiamente diffusa”, e quattro dei cinque settori chiave contribuiranno ognuno per 100 miliardi euro entro il 2025.
Inoltre, in tutta Europa, i ricavi maturati dalle piattaforme nei cinque settori della sharing economy potrebbero raggiungere 83 miliardi nel 2025, rispetto ai soli 4 miliardi di euro di oggi.
“La sharing economy sta rapidamente raggiungendo una maggiore maturità, evolvendo da mero slogan ad opzione preferita dai consumatori più giovani. Tale crescita è solo all’inizio ed entro il 2025 in molti segmenti gli operatori della sharing economy avranno superato i player tradizionali”, commenta Rob Vaughan, economista di PwC.
Per affermarsi come mercato di riferimento e incubatore per la sharing economy, aggiunge l’economista, “l’Europa deve sviluppare un contesto normativo più omogeneo, coordinato e dinamico tra gli stati membri”.
A tal proposito, l’Agenda Europea per la sharing economy della Commissione Ue promuove la revisione da parte di ogni membro della normativa domestica e l’eliminazione di ogni barriera, garantendo la tutela della concorrenza e la protezione dei diritti dei lavoratori e dei consumatori. “Sarà fondamentale da parte della politica un approccio fondato sulle evidenze ed insieme agile, per collaborare con le aziende della sharing economy e mettere alla prova i cambiamenti normativi”, aggiunge Vaughan, che specifica: “la nostra analisi è stata condotta prima del voto UK sul referendum per l’uscita dall’UE. Crediamo però che il suo esito non modifichi i trend emersi rispetto alla crescita al 2025. Sebbene l’incertezza economica e politica rappresenti un ostacolo per la crescita di ogni settore, i fondamentali della sharing economy – progresso tecnologico, cambiamenti demografici ed urbanizzazione – continueranno a sostenere questo segmento nel lungo periodo”.