Grassi e Saladino ripartono dal club deal

L’ultima azienda a essere stata venduta è Carco, che produce e distribuisce in tutto il mondo prodotti per la tenuta dei fluidi, acquisita dal socio di maggioranza, finanziato dal colosso Usa Prudential per 30 milioni di euro.

Nei prossimi tre o quattro anni ci saranno poi le dismissioni di tutti gli altri investimenti, fra i quali quello in BTP, MPM e Italchimica, e la definitiva liquidazione il fondo.

Ma per il management team di Open Mind, composto da Domenico Grassi (nella foto a sinistra), manager proveniente dal gruppo Meliorbanca e Banca Gesfid di Lugano, e Giovanni Saladino (nella foto a destra), ex socio e general manager di BancaGesfid, l’avventura inizia adesso.

Perché dopo 15 anni di lavoro con i fondi i due professionisti vogliono «dare continuità» alla loro attività attraverso la realizzazione di un club deal specializzato a partire dal 2016. «L’idea è quella di sottoporre dei progetti di investimento a 3 / 6 investitori selezionati – racconta Grassi a Mag – il quali, in base al tipo di proposta, possono decidere di volta in volta se investire o no, con una somma intorno ai 3-5 milioni».

Il target resta lo stesso del fondo precedente, ossia aziende di piccole e medie dimensioni situate prevalentemente nel Nord Italia e in Ticino, con un alto potenziale di crescita e un giro d’affari tra i 10 e 30 milioni di euro. L’obiettivo è «aumentare il loro fatturato e il valore in modo significativo in due o tre anni e poi trovare un compratore, che sia un’azienda o un altro fondo», aggiunge Grassi.

Per quanto riguarda i settori nei quali cercare le proposte, restano quelli “core” dei due professionisti, come il settore tecnologico, meccanico, il packaging per i settori alimentare e cosmetico e la logistica. «Il nostro nome è legato a questi tipi di industrie – ricorda Grassi – e questo è molto importante per quel che riguarda la fiducia degli investitori». Ma la coppia intende anche aprirsi a nuove strade, come il mercato delle “smart box”, «un mercato in cui operano aziende anche con 30 – 40 milioni di fatturato, che è in forte sviluppo in Italia e presenta ottime opportunità di business», afferma.

Una scommessa, per Grassi e Saladino, che si gioca tutta sui deal. «La sfida principale – continua il manager – sarà scegliere la giusta azienda e il giusto interlocutore, quindi un imprenditore che abbia le idee chiare, un piano di sviluppo sufficientemente strutturato e la voglia di internazionalizzarsi».

 

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