Wealth management al raddoppio: entro il 2030 supererà i 500 miliardi di dollari

La gestione degli investimenti e dei risparmi sta crescendo a ritmi vertiginosi. Secondo una nuova analisi del settore a cura di Bain & Company, la domanda di servizi di wealth management è infatti destinata a raddoppiare rispetto al 2021, cosi come i ricavi che supereranno i 500 miliardi di dollari entro il 2030.

Lo studio dimostra che questi servizi hanno il potenziale per offrire a qualsiasi operatore del settore di raddoppiare la propria capitalizzazione di mercato. Tuttavia, la realizzazione di questo potenziale risulta sempre più sfidante, a causa dell’affacciarsi al mercato di clienti con priorità diverse, che richiedono nuovi modelli, nuove offerte e nuovi servizi.

“Questo è un trend che gli operatori oggi devono necessariamente cavalcare, guardando ai nuovi segmenti di clientela. Per cogliere infatti il potenziale del cambiamento, i player dell’industria dovranno parlare ai 250 milioni di nuovi clienti della Generazione Y e Z con un reddito annuo superiore ai 100mila dollari che emergeranno entro il 2030. Anche in Italia il trend si sta manifestando e ci aspettiamo che i clienti della Generazione Y & Z saranno diversi milioni, rappresentando gli investitori del futuro per il sistema finanziario del Paese”, spiega Daniele Funaro (in foto), Partner Bain & Company.

Tra il 2021 e il 2030, Bain & Company prevede un incremento pari a 90mila miliardi di dollari di liquidità a livello globale da parte di tutti gli investitori, con circa metà di questa ricchezza proveniente da individui con un patrimonio compreso tra 100mila e un milione di dollari. L’America e la regione dell’Asia-Pacifico guideranno questa crescita.

“I nuovi clienti più giovani sono più autonomi e vantano una maggiore educazione finanziaria”, prosegue Funaro. “Tuttavia, sebbene in generale questa tipologia di clienti guardi a un servizio di tipo principalmente digitale, per le decisioni più complesse chiede un’interazione umana. Questo si traduce in un nuovo approccio, ibrido e ad alto contatto, per gli operatori che vorranno catturare la ricchezza di questa nuova fascia emergente”.

Con l’espansione della nuova clientela, crescono anche le loro diverse priorità. Tra queste:
• ESG. Il 75% dei millennial benestanti considera gli aspetti ESG un fattore importante nelle decisioni di investimento. Bain & Company prevede che gli asset legati all’ESG costituiranno circa il 46% di tutti gli asset in gestione entro il 2030, rispetto all’attuale 33%.
• Mercati privati. La rapida crescita e la sovraperformance dei mercati privati rispetto a quelli pubblici ha stimolato l’appetito degli investitori, spingendo diverse società wealthtech ad ampliare l’accesso al private equity e al debito.
• Asset digitali. Il market cap delle società pubbliche che emettono criptovalute ha toccato quota 2.200 miliardi di dollari, prima di scendere a 1.300 miliardi lo scorso maggio. Molti consulenti prevedono di investire tra l’1% e il 5% dei portafogli dei clienti in asset digitali nei prossimi cinque anni.
• Soluzioni di previdenza. Gli investitori sono alla ricerca di soluzioni innovative di accumulo previdenziale per mantenere un tenore di vita confortevole.

“Un altro trend a cui assisteremo è una spinta ulteriore verso l’M&A. I rendimenti di scala saranno superiori di circa il 35% per chi applicherà un modello ad alta intensità digitale – con soluzioni high tech e high touch – rispetto ai modelli tradizionali. Per ottenere il vantaggio competitivo di una maggiore scala, molte aziende ricorreranno a fusioni e acquisizioni”, conclude Funaro.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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