Mps chiude con adesioni dell’86,3% l’opas su Mediobanca
Banca Mps ieri sera ha chiuso con successo l’opas promossa su Mediobanca, con adesioni dell’86,3%. Alla chiusura dell’offerta l’8 settembre scorso, le richieste di adesione erano pari al 62,3% delle azioni oggetto dell’offerta. Le restanti azioni sono state apportate durante la riapertura dei termini, che si è svolta dal 16 al 22 settembre, raggiugendo così la soglia dell’86,3%.
La quota di controllo raggiunta da Mps è di molto superiore ai due terzi delle azioni, quota che permette di prendere le decisioni straordinarie durante l’assemblea degli azionisti. Ricordiamo anche che assumendo il controllo di Mediobanca, Mps diventa automaticamente anche il primo azionista di peso di Generali, di cui Mediobanca detiene il 13%. Il 18 settembre scorso Alberto Nagel si è dimesso dal ruolo di amministratore delegato di Mediobanca, annunciando la decisione davanti al Cda della banca nella giornata di oggi.
LA STORIA E GLI ADVISOR DELL’OPAS DI MPS SU MEDIOBANCA
Mps ha lanciato l’opas su Mediobanca il 24 gennaio scorso. J.P. Morgan Securities, Jefferies e UBS Europe agiscono quali consulenti finanziari. Nell’offerta iniziale, Mps puntava a ottenere almeno il 67% delle azioni di Mediobanca, cioè i due terzi che servono per decidere sulle questioni straordinarie. Poi la soglia minima è scesa al 35%.
Banca Mps ha incrementato la sua offerta il primo settembre scorso, aggiungendo una componente in contanti di 0,9 euro per azione, per un corrispettivo di circa 750 milioni di euro. Pochi giorni dopo, le adesioni all’opas sono schizzate al 38,5%. Nella sola seduta di ieri, le adesioni all’opas sono salite dal 46% al 62%.
Decisivi i grandi azionisti: Delfin (la holding di Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone, insieme titolari di quasi il 30% del capitale; la famiglia Doris con la holding Finprog; Fidelity; Enpam; Anima; Tages, che hanno spinto le adesioni ben oltre la soglia del 50%.
Il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ha più volte bocciato l’offerta, definendola il 4 settembre scorso “priva di razionale industriale nonché priva di convenienza per gli azionisti di Mediobanca”, precisando che il il maggiore corrispettivo “non è di per sé sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’offerta a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza”.
L’opas ha un valore di 13,5 miliardi di euro. I termini si riapriranno tra il 16 e il 22 settembre 2025. Nel caso in cui Mps raggiunga la quota del 66,7% del capitale, si aprirebbe la strada a una fusione piena tra i due istituti.