Andrea Giovanelli lascia Pillarstone Italy
Dopo alcune indiscrezioni uscite negli scorsi mesi, alla fine Pillarstone Italy, con una nota inviata a Reuters, ha ufficializzato l’uscita dell’amministratore delegato Andrea Giovanelli (nella foto).
L’ex responsabile del restructuring large files di UniCredit lascia la società «di comune accordo» con il gruppo: «Il mio ruolo nella struttura – spiega Giovanelli a financecommunity.it – era sostanzialmente terminato con la realizzazione e l’avvio di questa nuova realtà. Ho lavorato al closing dell’operazione, che era la parte più creativa e sfidante»
La possibilità di restare nella struttura «c’era» ma «nel frattempo il team ha iniziato a strutturarsi in maniera differente, non ci sarebbe stata la figura dell’amministratore delegato, quindi il mio ruolo si sarebbe esaurito». Da qui la decisione di lasciare Pillarstone. Ora il manager sta guardando ad altri incarichi «nello stesso settore» e con «gruppi italiani», a esclusione di UniCredit, «per continuare a lavorare sull’Italia». Il passaggio alla nuova realtà dovrebbe avvenire «entro breve».
A oggi il team di Pillarstone è composto da 12 executive ed è guidato da un team a Milano composto da John Davison (presidente), Gaudenzio Bonaldo Gregori e Andrea Nappa».
Nel frattempo il gruppo, riporta sempre Reuters, dovrebbe rilevare il controllo di Sirti entro la fine di aprile. La società di investimenti starebbe infatti trattando con gli azionisti del gruppo attivo nelle infrastrutture di rete dal dicembre scorso e, secondo le fonti, la firma dell’accordo sarebbe vicina.
Attualmente Sirti vede Intesa Sanpaolo al 26,84% del capitale e la holding Hiit al 73,16%; quest’ultima riunisce gli operatori di private Clessidra e 21 Investimenti, BI Invest (holding della famiglia Bonomi), alcuni soci industriali (Techint, in particolare) e i fondi di debito Ver Capital ed Emisys Capital.
Guidata da John Davison, che con Kkr è anche investitore in equity nei veicoli che compongono la piattaforma, Pillarstone è nata come partnership con Intesa Sanpaolo e UniCredit e a oggi la piattaforma ha in portafoglio cinque partecipazioni (Burgo, Cuki, Lindberg, Manucor e Alfa Park), per un debito totale di circa 1 miliardo. Sirti diventerà la sesta partecipata, in questo caso con una quota di controllo, mentre nel breve termine, secondo indiscrezioni di stampa, dovrebbe arrivare un accordo con Premuda, oltre che contatti con altre banche italiane.