Assofondipensione e Cdp studiano un fondo da 1 mld. L’annuncio in assemblea

I fondi pensione italiani non sono mai stati così vicini e attenti al mondo del private capital. E questa attenzione sembrerebbe prendere forma in un fondo di fondi per investire in private equity, private debt e infrastrutture che Assofondipensione sta studiando assieme a Cassa depositi e prestiti e al Fondo Italiano d’Investimento, che si occuperà della gestione.

Il veicolo, stando a una prima indicazione fornita dal presidente dell’associazione dei fondi pensione negoziali Giovanni Maggi (nella foto) in un incontro durante la Financecommunity Week, dovrebbe auspicabilmente raggiungere la cifra di 1 miliardo di euro, con la società guidata da Fabrizio Palermo che dovrebbe co-investire tra il 30 e il 50% circa della somma raccolta.

I fondi coinvolti, ha anticipato Maggi, dovrebbero essere sei ma per avere i numeri ufficiali occorrerà aspettare l’assemblea annuale dell’associazione, prevista per il 2 dicembre prossimo a Roma. All’incontro all’Auditorium Inail interverranno fra gli altri Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’amministratore delegato di Cdp Palermo e Maurizio Landini, segretario generale CGIL, oltre a Pierpaolo Baretta, sottosegretario ministero dell’Economia.

Tornando al veicolo, il tavolo tecnico era stato aperto già da diversi mesi fa tra Cdp e Assofondipensione. In aprile c’era stato poi un incontro in Cdp, con la presentazione della proposta tecnica di investimento in asset alternativi (il limite posto dal decreto 166/2014 per gli illiquidi è del 30%), e ora le battute finali.

L’iniziativa arriva dopo quella ribattezzata progetto Iride, che vede coinvolti Foncer, Fondenergia, Fondo Gomma Plastica, Pegaso e Previmoda i quali hanno dato mandato a Neuberger Berman come interlocutore per l’affidamento della gestione del fondo da 216 milioni di euro messo in cantiere dai fondi pensione riuniti nel consorzio (leggi la notizia su Financecommunity).

In parallelo, ci sarebbero  altri quattro fondi pensione, aderenti ad Assofondipensione, che si stanno muovendo sulla stessa scia. Sono in particolare i fondi Concreto, Arco, Previambiente e Prevedi. Dovranno scegliere un advisor, decidere se dare un mandato di gestione o fare un investimento diretto, e poi partiranno anche loro.

Il dialogo sta dunque assumendo risvolti più concreti. E i numeri lo dimostrano: dallo scorso anno da sette fondi pensione che investivano in asset alternativi sono diventati nove nel 2019, e l’incidenza che era il 3% patrimonio nel 2018 si sta avvicinando al 5%. Numeri ancora bassi, ma che indicano che di spazio per crescere ce n’è molto.

Noemi

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