Astaldi vuole sapere chi sono i bondholder, hedge fund in manovra

Astaldi intende verificare l’identità dei detentori di due bond per complessivi 890 milioni di euro, al fine di coordinare le comunicazioni sul procedimento di concordato preventivo.

I prestiti obbligazionari in questione, si legge in un comunicato della società di costruzioni, sono quello denominato “Euro 140,000,000 4.875 per cent. Equity-Linked Notes due 21 June 2024”, retto dalla legge inglese, e il prestito denominato “Euro 750,000,000 7.125% Senior Notes due 2020”, retto dalla legge di New York.

A occuparsi della verifica dell’identità dei bondholder è l’information agent Lucid Issuer Services Limited.

Astaldi ha avviato il procedimento di concordato preventivo, in corso al tribunale di Roma, il 14 febbraio scorso.

Nei giorni scorsi una fonte vicina alla situazione aveva spiegato a Financecommunity.it che la platea dei bondholder di Astaldi “è molto frammentata, c’è una componente significativa di retail. Più di un hedge fund guarda con attenzione (al debito del gruppo), ma è difficile costruire posizioni”.

Il procedimento di concordato preventivo di Astaldi (nella foto, il presidente Paolo Astaldi) s’incrocia con le mosse di Salini Impregilo per prendere il controllo del concorrente e con il Progetto Italia, l’operazione di sistema nel settore delle costruzioni che vede Cdp come regista (leggi qui la notizia).

Si avvicina la deadline del 15 luglio, data che il gruppo guidato da Pietro Salini si è autoimposto per avere un quadro della fattibilità dell’operazione. Più di una fonte, nei giorni scorsi, ha riferito che è altamente improbabile che tutti i pezzi del puzzle vadano a posto per la metà del mese prossimo.

Per quanto riguarda la sola operazione Astaldi-Salini Impregilo, gli advisors stanno lavorando con le banche creditrici (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Ing e NatWest) sulle linee di firma per consentire ad Astaldi di proseguire nell’attività ordinaria. Difficilmente dalle banche verrà erogata nuova finanza per cassa.

Chi sta lavorando sul salvataggio di Astaldi mostra ottimismo, ma è praticamente impossibile che il Progetto Italia – cbe gode del consenso dei principali gruppi bancari, fortemente esposte con le società di costruzioni – prenda forma entro il 15 luglio, perché dovrebbe coinvolgere società in amministrazione straordinaria (Condotte), e ciò presupporrebbe il passaggio da una gara, un’altra azienda in concordato preventivo (Cmc) e gruppi in bonis (i nomi più ricorrenti sono quelli di PizzarottiTrevi CostruzioniFincositVianini e Maltauro), che dovrebbero ottenere il via libera dei consigli di amministrazione, per poi fissare i concambi.

Il Progetto Italia è “strategicamente una buona idea”, dice una fonte vicina alla situazione, perché consoliderebbe un settore che soffre non solo in Italia, ma “è complicato”.

Un’altra fonte puntualizza che “il progetto c’è, si sta lavorando, ma se non ci sono le condizioni non si fa”. Allo stato, “nessuno ha portato il progetto nei cda”, dunque la scadenza del 15 luglio è sostanzialmente impossibile.

Le fonti, infine, riferiscono di resistenze da parte di Salini Impregilo, soprattutto sul fronte della governance. Cdp, fondazioni e banche avrebbero individuato in Claudio Costamagna la figura di garante del progetto.

Sul progetto sono al lavoro Lazard, Intermonte e Bcg per Cdp; VitaleBofA-Merrill Lynch e Bonelli Erede per Salini Impregilo; Houlihan LokeyAlvarez & Marsal e Linklaters per le banche; RothschildGianni Origoni Grippo Cappelli & PartnersLaghi Di Gravio per Astaldi.

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