Banca Intermobiliare, per il dopo D’Anguì spuntano i cinesi di Fosun

Dopo l’addio annunciato a inizio mese di Pietro D’Aguì (nella foto), da quasi vent’anni anima e a lungo ammnistratore delegato di Banca Intermobiliare, per Banca Intermobiliare continuano a uscire indiscrezioni sulle diverse strade del processo di ricerca di un compratore, gestito da Rothschild. 

All’inizio era D’Anguì che voleva ricomprarsi la sua Bim, insieme a una cordata di ex soci storici del salotto della finanza torinese, ma alla fine è uscito di scena complici, fra le altre cose, anche il nuovo corso dell’azionista di controllo Veneto Banca e lo stop della Bce alla sua proposta di riacquisto di Bim.

Ora, secondo le ultime indiscrezioni, in campo sarebbero scesi i cinesi di Fosun, che starebbero valutando la controllata torinese di Veneto Banca assieme ad altri player fra i quali Fideuram, la controllata di Intesa Sanpaolo attiva nel risparmio gestito. 

Il processo di vendita di Banca Intermobiliare è in corso ormai da diversi mesi. La scorsa estate la Banca centrale europea ha bocciato l’ipotesi di riacquisto del 51% della banca torinese da parte di una cordata di vecchi soci storici con in prima linea, appunto, D’Aguì, la famiglia Segre, i Giovannone, la Romed di Carlo De Benedetti, Luca Cordero di Montezemolo, Valentina Nasi, oltre alle famiglie Piovesana e Boffa.

In autunno, poi, erano stati gli svizzeri di Bsi, controllati dal gruppo finanziario brasiliano Btg Pactual, a guadagnarsi l’esclusiva sul dossier, ma i problemi del fondatore di Btg Andre Esteves, arrestato in Brasile, hanno fermato l’operazione e anzi hanno portato alla vendita della stessa Bsi. Ora le indiscrezioni su Fosun.

Tra i nodi del processo c’è quello relativo al prezzo di acquisto per Banca Intermobiliare. L’offerta della cordata dei vecchi soci valorizzava Banca Intermobiliare 3,6 euro per azione, mentre Bsi aveva offerto secondo le indiscrezioni 280 milioni per il 70% di Bim, con una valutazione complessiva di 400 milioni di euro. 

Noemi

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