Banche, gli strateghi del risiko

Banche in manovra. Tra tentativi di acquisizione e fusione, salvataggi e riorganizzazioni, il settore ridisegna il suo assetto. Operazione dopo operazione questa tendenza produce un’enorme quantità di lavoro per i consulenti finanziari e legali. Quali sono stati i più attivi negli ultimi cinque anni? Nelle pagine seguenti abbiamo provato a raccontare il settore e i suoi protagonisti.

Mediobanca alla regia
Se il settore bancario fosse un campo di calcio, Mediobanca avrebbe il ruolo del regista. Di quelli coi piedi buoni, distributori di assist al bacio, certo, ma un po’ veneziani, perché la palla agli altri giocatori preferiscono farla toccare poco.

Spulciando i dati Mergermarket relativi ai deal del settore banking degli ultimi cinque anni (da inizio 2015), emerge chiaramente che la banca guidata da Alberto Nagel (nella foto) ha orchestrato buona parte delle operazioni: è stata coinvolta, infatti, in diciannove deal. Staccati gli altri advisor. Rothschild, con undici operazioni, e Lazard, con nove, si sono difesi. Le altre investment bank arrancano: Bank of America sette deal, Banca Imi sei, JP Morgan cinque, Morgan Stanley due e Goldman Sachs uno solo.

Il fuoriclasse del centrocampo di Mediobanca, il Leo Messi dell’investment banking italiano (anche se un quotidiano, tempo fa, l’aveva paragonato al conterraneo Rino Gattuso, che era giocatore dai piedi ruvidi), risponde al nome di Francesco Canzonieri. L’ha pubblicamente elogiato Carlo Messina, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’offerta di scambio lanciata a sorpresa da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Certo, Messina ci ha tenuto a precisare: “Banca Imi è meglio”. I numeri, però, dicono il contrario.

I deal, come i voti, si pesano e non si contano, diceva qualcuno che dalle parti della piazzetta che ne porta il nome ha scritto pagine di storia della finanza. Di conseguenza, ci siamo focalizzati sulle operazioni più rilevanti, ovvero, a parte Intesa Sanpaolo-Ubi, Banco Bpm-Banca Popolare di Milano, il passaggio di Unipol Banca a Bper, i salvataggi di Mps, Carige, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, l’acquisizione di Banca Popolare Etruria e Lazio e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti da parte di Ubi.

In effetti, il database che abbiamo preso come riferimento comprende anche le operazioni minori e, soprattutto, deal che coinvolgono soggetti diversi dagli istituti di credito (l’acquisizione di portafogli di npl, laddove comportino la cessione della piattaforma di cessione, per esempio), non solo il puro m&a bancario.

Ubi Banca, nell’ops di Intesa Sanpaolo, si avvale della consulenza d Morgan Stanley. La banca d’affari Usa affiancò il gruppo guidato da Victor Massiah anche nell’acquisizione, datata giugno 2016, di Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Carime e Banca di Valle Camonica.

Al fianco di Intesa Sanpaolo nell’ops su Ubi, Mediobanca ha contribuito a vergare altre pagine fondamentali della storia bancaria recente: con Lazard ha affiancato Mps nel processo di salvataggio da parte del ministero dell’Economia, ha fatto parte del nutrito consorzio di advisor finanziari (con JP Morgan, Credit Suisse, Banca Imi, Kpmg, Rothschild e Colombo & Associati) che ha affiancato Unipol Banca nel passaggio a Bper Banca (assistita da Citi e Barclays) ed è stata consulente di Banco Bpm (con Bank of America e Colombo & Associati, che ha operato con un team composto da Giulio Camia, Paolo Andrea Colombo, Corrado Di Gaspare, Tommaso Grossi e Nicola Zambianchi) nell’acquisizione di Banca Popolare di Milano (affiancata da Citi e Lazard, con Massimo Pappone e Marco Samaja).

Insomma, le partite bancarie principali degli ultimi cinque anni hanno visto Mediobanca giocare da protagonista.

Tra i deal bancari più significativi degli ultimi cinque anni figura senza dubbio l’acquisizione di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, ripulite dai crediti non performing, da parte di Intesa Sanpaolo, che nel giugno 2017, dovendo tirare fuori di tasca solo 1 euro per concretizzare una partita essenzialmente di natura politica, non si fece affiancare da alcun advisor. Con Pop Vicenza agì Rothschild (Paola Brambilla, Alessandro Fustinoni e Fabio Palazzo).

E poi, sempre in materia di salvataggi, il passaggio di Carige sotto il controllo di Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) e Cassa Centrale Banca (Ccb), con i crediti non performing acquisiti da Sga (ora Amco). Al fianco di Carige ha operato Ubs; Fitd si è avvalso della consulenza di Kpmg e Ccb di PwC.

Le big four giocano, per certi versi, una partita diversa. Di certo, Giuseppe Latorre e il suo team di Kpmg hanno saputo conquistare la fiducia dei vertici dei maggiori gruppi bancari (Banca Popolare di Milano e Bper, per esempio). Insomma, se Mediobanca è il regista di centrocampo nella partita del risiko bancario, Kpmg è il giocatore di quantità, il mediano tutto polmoni, ma capace di inserirsi in area e di buttarla dentro.

I MAGNIFICI DIECI SUL FRONTE LEGALE

Spostando l’attenzione sul mondo degli advisor legali, gli occhi restituiscono un’immagine più frammentata dei protagonisti. L’applicazione brutale del filtro banking ai dati porta ad attribuire a BonelliErede la leadership (diciassette deal), seguito da Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Chiomenti, Pedersoli, Gatti Pavesi Bianchi e Legance oltre a Linklaters, Nctm, White & Case e Orrick.

BonelliErede e Linklaters sono i consulenti di Ubi Banca nell’offerta di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo, come rivelato da legalcommunity.it, con due veri e propri giganti dell’avvocatura d’affari nazionale, ovvero Sergio Erede e Roberto Casati.

Pedersoli, invece…

 

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Noemi

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