Banco Bpm cede pro-soluto npl unsecured per 1,8 miliardi
Banco Bpm accelera con la dismissione dei pacchetti di npl e si prepara a chiudere una delle cessioni più grandi avvenute sul mercato. Il gruppo, con il team npl guidato da Edoardo Ginevra (nella foto) ha infatti ceduto pro-soluto altri due portafogli di crediti in sofferenza di natura chirografaria per un valore lordo di 1,8 miliardi di euro.
Il primo è un portafoglio, denominato Large, composto da circa 370 debitori in procedura concorsuale con GBV superiore a 1 milione, mentre il secondo, denominato Mid, è composto da circa 16.400 debitori con GBV inferiore a 1 milione.
L’operazione, per quale Banco Bpm si è avvalsa dell’assistenza di Banca Akros e di Ey Spa in qualità di advisor finanziari, giunge al termine di due distinti processi competitivi condotti parallelamente che hanno visto il coinvolgimento di oltre 50 investitori, nazionali e internazionali. Alla fine del processo competitivo, l’offerta migliore per il Portafoglio Large è stata presentata da J Invest Spa, società di investimento italiana specializzata nell’acquisto di NPL unsecured, mentre Hoist Finance, uno dei principali investitori finanziari in NPL, quotato al Nasdaq di Stoccolma, si è aggiudicato il Portafoglio Mid.
Le cessioni, che verranno perfezionate entro il 31 dicembre 2017, si profilano nel complesso come le più grandi di crediti unsecured: al suo perfezionamento, il totale delle cessioni di sofferenze realizzate a partire dal 2016 a valere sul programma di de-risking incluso nel piano strategico 2016-19, che prevede la cessione di 8 miliardi di npl entro il 2019, supererà 4,5 miliardi, con risultati superiori in termini di ammontare e prezzo a quelli previsti nel piano.
La road map procede dunque con risultati superiori in termini di ammontare e prezzo a quelli previsti nello stesso piano, tanto che a questo punto l’obiettivo pattuito potrebbe essere raggiunto con un anticipo di 18 mesi, ovvero entro metà dell’anno prossimo, anche in virtù di un’operazione di cartolarizzazione con il ricorso alle garanzie pubbliche (Gacs) e del valore fino a 3,5 miliardi sulla quale si sta lavorando ormai da tempo.