Bc Partners con Pwc entra in Ima. Obiettivo il delisting

Bc Partners, affiancata da PwC Deals, conquista Ima, azienda attiva nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, alimentari, bevande e cosmetici.

PwC Deals ha assistito Bc Partner, in qualità di advisor finanziario con un team coordinato dal Partner Giovanni Tinuper e composto dall’Associate Partner Vincenzo di Fani e il Director Domenico Creanza.

Il fondo guidato da Stefano Ferraresi (nella foto) e la famiglia Vacchi, proprietaria dell’azienda, hanno raggiunto un accordo che prevede l’acquisizione, da parte di Bc Partners, del 20% di Sofima (Società Finanziaria Macchine Automatiche Ima), cassaforte della famiglia Vacchi che detiene il 51,6% del capitale e il 67% dei diritti di voto di Ima, a un prezzo che non è stato comunicato. Successivamente la società, insieme agli azionisti venditori e Bc Partners, dovrà promuovere un’opa sulle azioni residue di Ima (attualmente il 48,4% del capitale), al prezzo di 68 euro per azione (incluso il dividendo), che rappresenta un premio del 26,3% e del 20,8% rispettivamente rispetto alla media del prezzo dell’azione dell’ultimo mese e degli ultimi 6 mesi.

Il prezzo di acquisto di quel 20% e il nome degli azionisti venditori non sono stati comunicati, ma al prezzo in borsa di ieri 29 luglio la quota del 20% della holding, corrispondente al 10,32% della quotata, valeva circa 300 milioni di euro.

L’opa è finalizzata al delisting di Ima – che potrà essere ottenuto anche attraverso la fusione di quest’ultima con il veicolo che lancerà l’opa – con Bc Partners che avrà una significativa rappresentanza e diritti di governance e potrebbe aumentare la sua quota in Sofima fino al 45% circa, mentre gli attuali azionisti terranno il 55% del capitale.

L’operazione si basa su un equity value di Ima di 2,93 miliardi di euro e sarà finanziata da JP Morgan, Bnp Paribas, Unicredit Corporate & Investment Banking, Mediobanca e Morgan Stanley.

Fondata nel 1961, Ima conta circa 6.200 dipendenti, di cui 2.400 all’estero nei suoi 45 stabilimenti in Italia, Germania, Svizzera, Regno, Usa, India, Malesia, Cina e Argentina. La società è quotata alla Borsa di Milano dal 1995 e sul segmento Star dal 2001. I dati preliminari, oggetto di revisione da parte di Ey e che saranno approvati dal consiglio di amministrazione il prossimo 5 agosto, evidenziano ricavi pari a 636,4 milioni di euro (da 694 milioni al 30 giugno 2019 e 1,6 miliardi circa in tutto il 2019), un ebitda rettificato di 78,1 milioni (da 92,3 milioni nel semestre 2019 e 281 milioni in tutto l’anno), un indebitamento finanziario netto di 667,1 milioni (da 377,3 milioni nel semestre e 637,1 milioni a fine 2019) e un portafoglio ordini di 914,6 milioni (da 985,5 milioni). Per il 2021 sono previsti ricavi di 1.570-1.758 milioni, un ebitda di 254-312 milioni. Nel 2022 sono attesi ricavi per 1.659-1.818 milioni e un ebitda di 293-348 milioni.

 

Noemi

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