Chip, Nvidia acquisisce Arm Holdings da Softbank per 40 miliardi di dollari

La giapponese SoftBank ha annunciato la vendita per 40 miliardi di dollari della controllata britannica Arm Holdings, gigante mondiale dei microprocessori, al gruppo statunitense Nvidia.

L’acquisizione, si legge in un comunicato, dovrebbe essere finalizzata entro marzo 2022, previa approvazione delle autorità antitrust coinvolte.

Nvidia pagherà oltre la metà del corrispettivo (21,5 miliardi di dollari) in azioni; di conseguenza, Softbank diverrà un azionista di peso del gruppo Usa, con una partecipazione compresa tra il 6,7% e l’8,1% del capitale.

Il corrispettivo di 40 miliardi di dollari costituisce un importo massimo perché il pagamento di una tranche di 5 miliardi, in contanti o in azioni Nvidia, sarà condizionato “al raggiungimento da parte di Arm di specifici obiettivi di performance finanziaria”, recita la nota.

Nell’ambito dell’accordo è previsto che Nvidia emetta azioni destinate ai dipendenti di Arm per 1,5 miliardi di dollari.

Si tratta della più grande acquisizione nella storia dell’industria dei semiconduttori. L’attuale capitale di Arm è detenuto per il 75% da SoftBank Group e per il 25% da SoftBank Vision Fund, società di venture capital del gruppo SoftBank. La multinazionale giapponese guidata da Masayoshi Son, che aveva acquistato l’azienda britannica specializzata in semiconduttori fatti su misura e piattaforme hardware nel luglio 2016 per 32 miliardi di dollari, ha sottolineato che il designer di chip è una delle sue risorse strategiche più importanti e ha aggiunto che l’integrazione con il produttore di chip statunitense permetterà di raggiungere un potenziale maggiore rispetto alla sola Arm.

I processi di Arm sono contenuti in oltre il 95% degli smartphone e tablet diffusi nel mondo. Nvidia ha assicurato che Arm conserverà il brand, la sede a Cambridge, la proprietà intellettuale nel Regno Unito e il modello di licenza aperta, “mantenendo la neutralità globale del cliente che è stata fondamentale per il suo successo, con 180 miliardi di chip spediti fino ad oggi dai suoi licenziatari”.

Il deal testimonia che è in atto un’autentica controffensiva sul fronte economico, con particolare riguardo alle tecnologie, da parte delle aziende Usa, che, stimolate dall’amministrazione Trump, vogliono sottrarre quote di mercato alla Cina. E si va creando un asse fra Washington, Tokyo e Londra per ottenere questo obiettivo, con l’Unione Europea che, in questa guerra economica e geopolitica, appare un po’ defilata e divisa.

Noemi

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