Crif compra il 10% di Workinvoice e lancia CribisCash
La piattaforma di invoice trading Workinvoice entra nel perimetro del Gruppo Crif che ha comprato il 10% della società fondata a fine 2013 da Matteo Tarroni (nella foto), Ettore Decio e Fabio Bolognini.
Contestualmente Crif ha lanciato CribisCash, per lanciare servizi che si propongono di ridurre lo squilibrio nel capitale circolante delle imprese, soprattutto di quelle di piccola e piccolissima dimensione, che può metterne a repentaglio la solidità finanziaria fino ad arrivare anche al fallimento o bancarotta.
Le PMI Italiane sembrano avere infatti un grande bisogno di soluzioni innovative per finanziare il proprio capitale circolante. A questo riguardo, secondo quanto emerso dall’ultima edizione dello Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS, nonostante l’aumento dei pagamenti puntuali rispetto all’anno precedente (pari allo 0,8%) (36,7% a giugno 2018 contro 36,4% a giugno 2017), oltre la metà delle aziende italiane, il 52,2%, paga con ritardi entro i 30 giorni, mentre l’11% delle aziende registra ritardi nei pagamenti superiori ai 30 giorni. Ne deriva che ancora oggi 63 imprese su 100 pagano in ritardo i propri fornitori.
Workinvoice lavora come puro intermediario di fatture commerciali messe online sul portale, dove possono investire sia privati sia istituzionali: da gennaio 2015 a metà luglio 2018 erogato finanziamenti per 148 milioni. La startup innovativa aveva raccolto sinora 1,6 milioni di euro di capitale provenienti dai soci operativi (65%), dalla famiglia di imprenditori triestini della logistica Pacorini (7,9%), da business angel e da Maurizio Cereda (2%), ex banker di Mediobanca che in Workinvoice oggi ha anche un ruolo di advisor, così come Roberto Nicastro (per i rapporti con le banche).