Crowdfunding immobiliare, nel mondo vale 11,9 miliardi di dollari. In Italia raccolti 50 milioni

Il crowdfunding immobiliare vale 11,9 miliardi di dollari a livello globale: gli Stati Uniti sono il paese principale per questo mercato, con 7,4 miliardi di dollari transati, mentre in Europa sono circolati 1,75 miliardi di dollari. A rilevarlo sono il Politecnico di Milano, con il prof. Giancarlo Giudici, e il Gruppo Bertoldi, attraverso la controllata Walliance nel loro secondo Report sul real estate crowdfunding mondiale.

Facendo uno spaccato sull’Italia, è da rilevare come gli operatori attivi, sia italiani che esteri, siano soltanto cinque e in un report di inizio anno, l’ateneo milanese aveva calcolato che dalla nascita del settore nel 2013 al 2018, nel nostro paese sono stati raccolti 50 milioni. La quota di mercato più ampia, in termini di capitali raccolti, spetta a Walliance, che ha raggiunto gli 11,1 milioni di euro. Secondo posto per la piattaforma spagnola Housers con 6,28 milioni e a chiudere il podio c’è Crowdestate con 2,6 milioni di euro.  Tra gli ultimi e più interessanti progetti ci sono quello per il recupero di Palazzo Cavour a Firenze sulla piattaforma Walliance e il progetto “Oasi Rimini” di Housers dedicato alla città della riviera romagnola.

Il report nasce con l’obiettivo di mappare l’ecosistema delle piattaforme di crowdfunding a livello mondiale, al fine di comprenderne l’evoluzione nei modelli di business e di valutare i livelli di maturità e consapevolezza raggiunti da imprese e investitori.

Il mercato del real estate crowdfunding continua dunque una fase di forte espansione non soltanto nei capitali raccolti ma anche nel numero di piattaforme che hanno scelto di operare in questa verticale. Guardando meglio questo dato si vede però come negli Stati Uniti, dove il fenomeno è nato prima, ci sia stata un’esplosione del numero dei portali nel biennio 2013/2014, mentre in Europa questa forte crescita si è avuta più tardi, a cavallo tra il biennio 2015/2016.

Interessante notare come negli Usa, mercato certamente più maturo, ci siano meno operatori, 38 quelli censiti, ma in grado di concentrare grandi volumi di raccolta; in Europa la situazione è opposta: di fronte ad una raccolta complessiva 1,75 miliardi, le piattaforme rilevanti censite sono 58. Dato questo che fa ritenere ragionevolmente l’eventualità di un fenomeno di aggregazione nel futuro prossimo.

 

 

 

Noemi

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