Da Unicredit 6 miliardi per l’agroalimentare
Dopo Intesa Sanpaolo, anche UniCredit guarda al settore agricolo. In particolare la banca guidata da Federico Ghizzoni (nella foto) e il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) hanno avviato un programma finalizzato a sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle imprese operanti nel settore agroalimentare italiano per risorse pari a 6 miliardi di euro.
Il “Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro”, presentato a Milano, prevede, fra le altre cose, l’erogazione di nuova finanza per sostenere progetti e investimenti delle imprese dell’agroalimentare italiano nel triennio 2016-2018. Inoltre, UniCredit lancerà il nuovo Agribond, una tranched cover dedicata alle imprese della filiera agricola che, basandosi sulla garanzia pubblica fornita da ISMEA e sfruttandone l’effetto moltiplicatore, consentirà l’attivazione di nuove erogazioni inizialmente per 300 milioni di euro, replicabili nel tempo.
L’iniziativa prevede anche la creazione di una Agri- Business School che poggia su tre macro aree tematiche: Competenze di base, ovvero un percorso formativo per acquisire le principali conoscenze finanziarie; Export Management, che comprende sessioni formative dedicate a tematiche di internazionalizzazione; e Innovazione, che propone sessioni formative su tematiche di particolare attualità come la filiera corta, la tracciabilità e l’agricoltura di precisione.
Il settore agricolo contribuisce per oltre l’11% al valore aggiunto dell’economia del nostro Paese, raccoglie 2,1 milioni di imprese e dà occupazione a 3,4 milioni di persone. La sola fase di produzione e trasformazione dei beni alimentari, fra le altre, genera un giro d’affari di circa 190 miliardi di euro; scendendo più nel dettaglio l’agricoltura italiana ha un fatturato globale di oltre 55 miliardi di euro, mentre l’industria alimentare e delle bevande produce un valore di oltre 130 miliardi di euro. Nel 2016 il settore ha saputo confermarsi il secondo comparto economico per l’economia italiana, dopo le costruzioni.
«L’agroalimentare – ha dichiarato Ghizzoni – è un settore strategico per il nostro Paese, che deve rappresentare sempre di più la nostra eccellenza all’estero. La crescita del settore nell’ultimo decennio è stata affidata alle esportazioni, aumentate a un tasso medio annuo del 6%. A fine 2015 le esportazioni agroalimentari valevano oltre 36 miliardi di euro, con un incremento del 7,4% rispetto all’anno precedente. L’Italia è anche leader mondiale per numero di prodotti certificati. Al 31 gennaio 2015, si contavano 278 prodotti su un totale di 1.311 (21,1% del totale), per un valore della produzione intorno a 6,5 miliardi di euro e un valore al consumo più che doppio. Nonostante la qualità dei nostri prodotti e il crescente interesse per il made in Italy, l’Italia esporta meno dei principali Paesi competitor. Il confronto internazionale indica che rimane un potenziale di export da valorizzare ancora molto elevato, come segnala lo stesso fenomeno dell’Italian sounding, stimato intorno a 60 miliardi di euro».