Deal United Technologies-Raytheon, nasce un colosso dell’aerospazio
È uno dei merger più importanti dell’anno sulla scena internazionale perché porterebbe alla creazione al secondo colosso aerospaziale statunitense, appena un gradino sotto Boeing.
Il deal in trattativa tra United Technologies Corporation e Raytheon, di cui si è avuta notizia di un primo accordo stipulato nella notte tra il 9 e il 10 giugno, viene definito dalle società “una fusione tra pari”, porterebbe alla creazione di un polo di aviazione, difesa e armi con un fatturato potenziale di 74 miliardi di dollari all’anno, con 166 miliardi di capitalizzazione di mercato, sommando i 114 di UTC e i 52 di Raytheon.
La United Technologies Corporation è una multinazionale attiva in numerosi settori, tra cui motori aeronautici, elicotteri, caldaie, condizionatori, celle a combustibile, ascensori e scale mobili, sistemi di sicurezza e sistemi antincendio per le costruzioni e prodotti industriali. UTC è anche un grande contraente militare per la produzione di sistemi missilistici ed elicotteri da guerra, tra cui l’elicottero Black Hawk.
A fare da preludio al merger con Raytheon, è stato, per public company guidata da Gregory J. Hayes (nella foto), l’avvio dello scorporo di due asset civili: quello degli ascensori e degli impianti di climatizzazione, che ha portato alla creazione dei due spin-off Otis e Carrier.
Raytheon è una società del settore della difesa e produce, tra gli altri, i missili Tomhawk.
L’azienda combinata si chiamerà Raytheon Technologies Corporation e sarà guidata da un Consiglio di amministrazione composto da 15 membri: otto da United Technologies e sette da Raytheon. Tom Kennedy, oggi ceo di Raytheon, sarà nominato executive chairman e Greg Hayes diventerà ceo di Raytheon Technologies. A due anni dalla chiusura della transazione, Hayes assumerà il ruolo anche di presidente.
Secondo i termini dell’accordo, che è stato approvato all’unanimità dai consigli di amministrazione di entrambe le società, gli azionisti di Raytheon riceveranno 2.3348 azioni della società combinata per ciascuna azione di Raytheon. Al termine della fusione, gli azionisti della United Technologies deterranno circa il 57% e gli azionisti di Raytheon deterranno circa il 43% della società combinata su base completamente diluita. La fusione dovrebbe concludersi nella prima metà del 2020, in seguito al completamento da parte di United Technologies della separazione delle sue attività Otis e Carrier, prevista entro prima metà del 2020.
Citigroup Global Markets ha agito in qualità di advisor finanziario di Raytheon. Morgan Stanley, Evercore e Goldman Sachs hanno assistito United Technologies.