Deloitte, Pompei: «Anche la revisione diventa 2.0»

Gli spazi di manovra sono ampi. Crescere e distinguersi sul mercato è possibile, anche per un settore spesso considerato statico come quello della revisione contabile. Le cosiddette Big 4 dell’auditing, ossia PwC, KPMG, Deloitte ed EY, infatti hanno iniziato a puntare anche sulle altre divisioni che fanno parte del loro universo di servizi, dall’advisory finanziaria a quella legale e strategica. Tuttavia, la revisione resta il core business di questi colossi internazionali ed è proprio da lì che queste società sembrano voler ripartire per meglio cavalcare l’onda della ripresa economica.

Questa è quanto sembra voler fare, tra le altre, anche Deloitte. Il gruppo, che al 31 maggio 2015, stando a quanto riporta la relazione di trasparenza, registrava un fatturato pari a quasi 136 milioni di euro, in crescita rispetto ai 130 dell’anno precedente, di recente nominato Fabio Pompei (nella foto) nuovo amministratore delegato della divisione audit Deloitte & Touche.

La sua nomina indica una chiara volontà della società di crescere puntando su qualità, innovazione il capitale umano, in particolare quello dei giovani talenti. Pompei, 53 anni, è stato infatti “Talent Leader” del gruppo per l’Italia negli ultimi quattro anni, oltre ad essere partner di Deloitte dal 2000 e ad aver maturato esperienza nell’audit in qualità di responsabile dell’area Centro Sud e componente del Comitato operativo italiano. Nel suo ruolo di amministratore delegato avrà dunque il compito dielaborare le strategie del futuro della revisione in Deloitte. «Negli ultimi anni il settore ha dovuto fare i conti con la crisi – spiega l’ad in questa intervista a Mag by legalcommunity.it – ora è necessario fare uno sforzo per tornare a dare risalto alla funzione della revisione ed evitare che diventi una commodity».

Dottor Pompei, non essere una commodity significa aggiungere valore al proprio servizio e differenziarsi. Quali sono gli spazi in cui l’auditing può evolversi?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno di crescita esponenziale delle aspettative degli stakeholders verso le società di revisione. C’è più attenzione al ruolo del revisore e alla qualità del suo lavoro, con lo scopo di tutelare al meglio l’interesse dei soggetti coinvolti come gli azionisti e i finanziatori. Il che significa anche un interesse particolare da parte dei media, come abbiamo visto dagli ultimi fatti di cronaca.

E cosa comporta, questo, per la società?
La necessità di un sforzo ancora maggiore per garantire l’integrità della figura del revisore e la qualità del servizio, che è fondamentale anche in virtù della funzione stessa che abbiamo….

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