Deutsche Bank riorganizza tutte le attività, tagliati 18mila posti

Deutsche Bank ha varato una ristrutturazione totale delle attività, con un taglio del 25% della forza lavoro.

L’organico verrà ridotto di 18mila persone, tra cui un terzo di manager. La banca tedesca abbandonerà le attività più rischiose, in particolare il trading sulle azioni, per focalizzarsi sul sostegno alle imprese.

Si compie, così, la parabola della lunga crisi di Deutsche Bank, cominciata nel 2008 e passata attraverso scandali, sanzioni, cambi di management e un tentativo, fallito, di fusione con Commerzbank.

“La ristrutturazione si tradurrà in un taglio del numero di posizioni equivalenti a tempo pieno di 18mila entro il 2022, per ridurre la forza lavoro a circa 74 mila persone“, si legge in un comunicato della banca. L’esecuzione del piano comporterà costi pari  a 7,4 miliardi di euro. Di conseguenza, la banca tedesca ha anticipato che il secondo trimestre dell’anno è andato in archivio con una perdita di 2,8 miliardi (i conti saranno pubblicati il prossimo 25 luglio).

Nel comunicato viene precisato che Deutsche Bank finanzierà la trasformazione con “le risorse esistenti” e che manterrà “il minimo richiesto del common equity Tier 1 ratio del 12,5%”. Non ci sarà un aumento di capitale.
La svolta era nell’aria: dopo il fallimento dei negoziati per una fusione con Commezbank, infatti, l’amministratore delegato Christian Sewing (nella foto) aveva preannunciato tagli come conseguenza del ridimensionamento della divisione di investment banking.

Nel primo trimestre di quest’anno  la banca tedesca ha registrato utili al lordo delle tasse pari a 290 milioni di euro, meglio delle attese degli analisti, ma al di sotto dei 432 milioni di euro riportati un anno prima. Il common equity Tier-1 ratio si è attestato al 13,7% alla fine del primo trimestre.

“Stiamo affrontando ciò che è necessario per liberare il nostro vero potenziale”, ha commentato Sewing. “Il nostro modello di business, dei costi, del capitale e del team al comando. Nel rifocalizzarsi sulla banca rivolta alla clientela, torniamo alle nostre origini e a ciò che in passato ci ha resi una delle banche più importanti al mondo”.

Il piano prevede anche la creazione di una sorta di bad bank, che consentirà alla banca tedesca di liberarsi dei crediti meno redditizi o considerati non strategici; dato che in questa struttura verranno conferiti crediti in bonis e non è previsto il ricorso alla garanzia pubblica, tecnicamente non si tratta di una bad bank.

Noemi

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