Fca – Renault prove di fusione. Advisor Goldman Sachs, Nomura e SocGen
Fiat Chrysler ha presentato al gruppo francese Renault una proposta di una fusione alla pari in un’operazione volta a creare il terzo produttore automobilistico al mondo, con 8,7 milioni di veicoli venduti, dopo la giapponese Toyota e la tedesca Volkswagen.
Nell’operazione, Goldman Sachs, d’Angelin & Co. e Nomura sono gli advisor di FCA mentre Renault è affiancata da Société Générale e Ardea Partners.
I rapporti tra i due gruppi, ha raccontato il Ceo di FCA Mike Manley in una lettera ai dipendenti, sono iniziati qualche tempo fa come conversazioni operative su una maggiore collaborazione e si sono trasformati “in una trattativa su una fusione” alla luce degli “enormi potenziali benefici per entrambe le società”. Secondo Manley, se l’operazione andrà in porto, la realizzazione della fusione da oltre 35 miliardi di dollari di capitalizzazione potrebbe richiedere più di un anno.
Nel dettaglio, la proposta di Fca, conclusa dopo trattative chiuse nella notte, prevede una fusione tutta in azioni sotto una holding olandese quotata a Milano (Borsa Italiana), Parigi (Euronext) e New York, controllata per il 50% dagli azionisti di Fca e per il 50% dagli azionisti di Groupe Renault. Il matrimonio sarebbe dunque alla pari, anche nella governance: il consiglio di amministrazione del gruppo che nascerà dall’unione sarà inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di Fca e Renault e uno designato da Nissan.
L’eventuale accordo porterebbe potenziali sinergie annue per 5 miliardi di euro per un gruppo che avrebbe un’ampia presenza di mercato nelle regioni e nei segmenti chiave, un forte posizionamento nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma e con un portafoglio di marchi ampio e complementare, dal segmento luxury fino al mainstream. L’operazione creerebbe infatti un portafoglio che fornirà una presenza in tutti i segmenti: dai brand di lusso-premium come Maserati e Alfa Romeo a Dacia e Lada e includerebbe i marchi Fiat , Renault , Jeep e Ram così come i veicoli commerciali. Renault ha una forte presenza in Europa, Russia, Africa e Medio Oriente, mentre Fca è posizionata nei segmenti ad alto margine in Nord America ed è un leader in America Latina.
Per ridurre la disparità dei valori di borsa dei due gruppi, prima che l’operazione sia completata, gli azionisti di Fca riceverebbero un dividendo straordinario di 2,5 miliardi di euro, oltre ad azioni Comau o – nel caso in cui lo spin-off di quest’ultima non dovesse avvenire – un dividendo aggiuntivo di 250 milioni di euro.
Secondo alcune indiscrezioni, la presidenza sarebbe assegnata al presidente di FCA John Elkann (nella foto), mentre il presidente di Renault Jean-Dominique Senard diventerebbe probabilmente il Ceo della nuova realtà.
Nella nota Fca specifica che “i benefici dell’operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie”. Un’aggregazione “migliorerebbe sostanzialmente l’efficienza del capitale e la velocità nello sviluppo dei prodotti. Il razionale dell’aggregazione è anche rafforzato dal bisogno di prendere decisioni coraggiose per cogliere su larga scala le opportunità che si sono create nel settore automobilistico in campi come la connettività, l’elettrico e i veicoli a guida autonoma”, ha spiegato il gruppo guidato dall’ad Manley nel comunicato, diffuso in pre-apertura di borsa, con il quale ha annunciato l’invio della proposta non vincolante di fusione al cda di Renault che si è subito riunito stamattina.
La palla sta dunque a Renault che al termine del meeting il board ha risposto che “dopo un’attenta revisione dei termini della proposta amichevole, ha deciso di studiare con interesse l’opportunità di una tale combinazione aziendale”. A tempo debito, aggiunge Renault in una nota, “verrà emessa un’ulteriore comunicazione per informare il mercato dei risultati di tali discussioni”.
Gli analisti sottolineano però anche difficoltà significative come la ventennale alleanza tra Renault e Nissan, il ruolo dello Stato francese, che con il 15% del capitale è il maggiore azionista di Renault, e la complessità di una fusione tra pari.