FERROVIE DELLO STATO VERSO LA PRIVATIZZAZIONE CON BOFA MERRIL LYNCH

Ferrovie dello Stato corre sui binari della privatizzazione e sceglie Bofa Merrill Lynch come advisor finanziario dell'operazione.

L'Istituto bancario, selezionato da una short list di banche che includeva fra le altre Barclays e SocGen, sarà anche joint bookrunner ma non coordinatore globale dell'offerta.

A breve, la task force interministeriale verrà convocata per aprire ufficialmente i lavori di quotazione del 40%del capitale del gruppo di Piazza della Croce Rossa, anche se non è però da considerarsi del tutto esclusa la possibilità di un collocamento privato a più investitori istituzionali. Il gruppo di lavoro tecnico include oltre all'amministratore delegato Michele Elia, che a novembre ha assunto le deleghe alla privatizzazione dopo la rinuncia del presidente Marcello Messori, anche una decina di esperti. Sul fronte del ministero dell'Economia e delle Finanze sono coinvolti il capo della segreteria tecnica Fabrizio Pagani e il responsabile della direzione finanza e privatizzazioni Francesco Parlato, affiancati da Alessandra Dal Verme, ispettore generale capo per gli affari economici alla Ragioneria dello Stato. Al tavolo siederanno anche quattro esponenti tecnici del ministero dei Trasporti.

In contemporanea è attesa anche la selezione di un advisor industriale nominato questa volta dalle Ferrovie, scelto attraverso un bando internazionale, per costruire il percorso di business, societario e commerciale, che preparerà l’apertura del capitale ai privati.

L'operazione di riqualificazione di Fs ha due principali passaggi. In primo luogo la vendita al gestore della rete di trasmissione nazionale Terna dei circa 9mila chilometri di network elettrico a media e alta tensione che corre lungo i binari. Un’operazione impostata già a dicembre con la firma di una lettera d’intenti non vincolante e la consegna all’amministratore delegato di Terna, Matteo Del Fante, di tutti i documenti necessari. A mancare è solo la decisione dell’Autorità per l’energia che è stata chiamata a definire la Rab (Regulated asset base), cioè il capitale netto investito riconosciuto della rete, snodo fondamentale per arrivare a fissare il prezzo. È un processo già partito che si concluderà entro un paio di mesi. Sia l’ex capo delle Fs, Mauro Moretti, sia Elia hanno sempre parlato di un valore di circa un miliardo.

Il capitolo successivo, se sarà confermato dal gruppo di lavoro tecnico, sarà il passaggio dell’infrastruttura ferroviaria, esclusa l’alta velocità, al Tesoro o a un’altra entità pubblica, con l'obiettivo di alleggerire il patrimonio delle Ferrovie di circa 35 miliardi, tale è il valore di libro della rete, per redere le Ferrovie più appetibili agli investitori, sia in Borsa sia in collocamento privato, o in un mix di entrambi. Anche la cessione dell’attività commerciale di Grandi Stazioni, la valorizzazione degli immobili attraverso joint venture o conferimenti a fondi ad hoc, contribuirà ad alleggerire il patrimonio.

 

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