Finanza sostenibile, dalla Banca Mondiale un bond per lo sviluppo

Per qualcuno è stato uno dei (pochi) effetti positivi della crisi. Per altri è un’opportunità di business e di crescita ormai imprescindibile. Parliamo della finanza sostenibile, un settore sul quale stanno puntando sempre più istituti bancari e su cui sta ricadendo l’attenzione di un numero crescente di investitori.

L’ultimo esempio in questo senso viene dalla Banca Mondiale, che ha emesso un’obbligazione in dollari, senza limite di valore ma con un target a 500 milioni, a Tasso Fisso 1,75% Callable con scadenza Marzo 2026 destinata allo sviluppo sostenibile. L’Obbligazione, secondo quanto indicato nelle condizioni definitive e al termine del periodo di offerta, sarà quotata sul mercato MOT di Borsa Italiana.

Sottoscrivibile fino al 21 marzo 2016 salvo chiusura anticipata, il bond si pone invece l’obiettivo di finanziare progetti che abbiano un impatto positivo in termini di sostenibilità sociale e ambientale in diversi settori (dall’educazione alla sanità alle infrastrutture essenziali). 

Nell’operazione BNP Paribas, ha agito quale dealer, con un team del dipartimento global markets Italy guidato da Stefano Sbrachella e composto da Fabio Filippi, Denis Beltrami e Priscilla Todaro, e con Banca Akros S.p.A., come Co-Dealer, per promuovere agli investitori retail italiani una soluzione di investimento responsabile e sostenibile.

«Per la seconda volta in un anno torniamo in Italia, su cui ci teniamo a essere presenti, in particolare torniamo a coinvolgere il mercato retail anche sui temi di sviluppo – ha detto Carlo Segni, lead financial officer della Banca Mondiale durante la conferenza stampa di presentazione – per questo il taglio minimo è di duemila dollari, accessibile anche a questo tipo di investitori».Ma quali saranno i progetti sui quali verrà investito quanto raccolto? «Dipenderanno dagli accordi stipulati dalla Banca con i singoli Paesi – spiega Segni -, sicuramente riguarderanno temi come la sanità, l’education e lo sviluppo a livello globale. La missione della Banca Mondiale è di porre fine all’estrema povertà nell’arco della prossima generazione e di promuovere benessere condiviso».

Il bond dell’istituzione mondiale arriva dopo quello emesso sempre sul mercato italiano nel maggio scorso. In quell’occasione il “Green Bond”, che ha raccolto 90 milioni di dollari, era destinato al finanziamento di progetti finalizzati ad attenuare l’impatto dei cambiamenti climatici e ad aiutare le popolazioni colpite ad affrontare le calamità naturali. 

A livello globale, quello della finanza sostenibile appare dunque un mercato «molto più variegato rispetto a qualche anno fa», ha aggiunto Francesco Perrini, docente dell”Università Bocconi e presidente del comitato Bocconi sostenibile. «Esiste un numero sempre maggiore di strumenti, quali bond, fondi o equity, che seguono per i loro investimenti e obiettivi i principi della sostenibilità, quindi il rispetto per l’ambiente ma anche una maggiore inclusione sociale, ad esempio». Negli Stati Uniti questo mercato è  in crescita e attualmente vale 7 triliardi di dollari, ossia il 18% dell’intero mercato Usa in termini di asset gestiti. «Questo significa – ha spiegato Perrini – che se sono un’azienda sostenibile ho a disposizione il 100% del mercato, altrimenti devo togliere il 18%, perché sono fondi che gli investitori hanno deciso di destinare solo a progetti e a società sostenibili».  

L’Italia, così come l’Europa, restano ancora indietro: asset nella finanza sostenibile valgono circa 3 miliardi di euro, meno dell’1% dell’intero sistema, per 1.800 strumenti (circa 20 fondi e qualche bond) provenienti soprattutto dalla Francia (40%), Belgio, Svizzera e Germania. «Questo significa che ci sono molti spazi ancora per crescere – ha sottolineato Perrini – anche perché la finanza sostenibile non solo è una tendenza che sta prendendo piede, ma è ance molto vantaggiosa e meno volatile rispetto a molti altri strumenti». 

 

 

Noemi

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