Fondi sovrani, la mappa di chi punta sull’Italia

«Abbiamo attraversato l’inferno, ma ora siamo tornati». Le parole pronunciate dall’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Fabio Gallia (nella foto) hanno un significato molto chiaro. L’Italia è pronta per rimettersi in carreggiata. Ma per farlo ha bisogno di capitali freschi.
Trovarli è la partita che il governo sta giocando a suon di annunci di riforme e di incontri bilaterali con potenziali partner stranieri. L’asso nella manica, però, sono i fondi sovrani, operatori finanziari su scala mondiale che potrebbero rappresentare un incentivo fondamentale per la ripresa della nostra economia.

Non è un caso, infatti, che quelle parole siano state pronunciate da Gallia proprio in occasione della settima edizione dell’International Forum of Sovereign Wealth Funds (Ifswf), organizzato dal Fondo Strategico Italiano per la prima volta in Italia. Una tre giorni in cui 34 fondi sovrani provenienti da 31 Paesi diversi si sono riuniti all’hotel Principe di Savoia di Milano per fare network e parlare di business.

Insieme sono una potenza di fuoco con un patrimonio in gestione superiore ai 4.500 miliardi di dollari, circa 2,8 volte il Pil italiano. Ma rappresentano anche un potenziale serbatoio di liquidità che il governo non intende lasciarsi sfuggire, e che attraverso Cdp e il Fondo Strategico Italiano vuole riuscire a traghettare verso le imprese italiane.

INVESTIMENTI A NOVE ZERI
Sulla carta l’Italia è un osservato speciale. Nel 2014, i fondi sovrani, stando al report annuale dell’Università della Bocconi, hanno investito nel nostro Paese 2,21 miliardi di dollari, (il 47% in più rispetto al 2013), ossia il 13% del totale degli investimenti fatto in Europa. Un dato in controtendenza se si considera invece che in Francia, Spagna e Germania sono invece crollati. Se guardiamo poi nello specifico alla Borsa, ad agosto i fondi controllavano quasi 19 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari.

Fra questi, la Libyan Investment Authority (Lia), il fondo sovrano libico e che contiene, ad esempio l’1,25% di UniCredit e il 2% rispettivamente di Eni, Enel, Finmeccanica e Fca, negli ultimi anni ha investito in Italia 2,46 miliardi di dollari, pari al 30% del proprio portafoglio azionario. «Siamo soddisfatti dei nostri investimenti in Italia, non pensiamo di aumentare le nostre partecipazioni ma di mantenerle stabili», ha dichiarato Hassan Bouhadi, presidente di Lia, sottolineando la sua disponibilità a partecipare in un eventuale aumento di capitale di UniCredit.

Presenti in Italia sono poi il fondo sovrano della Nigeria (NSIA) che investe attraverso il fondo di private equity Xenon, Singapore, con il fondo Govern of Singapore Investment Corporation (GIC), già azionista di Snai, Tods, Bulgari e Atlantia, e il Russian Direct Investment Fund (RDIF). Il fondo sovrano russo, in particolare, ha stretto con il Fondo Strategico Italiano un accordo bilaterale da 1 miliardo di euro per investimenti, per il momento ancora solo sulla carta, in società e progetti che favoriscano una maggiore cooperazione economica tra i due Paesi.

La partnership più recente di FSI è però di luglio di quest’anno e coinvolge il fondo sovrano del Kuwait, la Kuwait Investment Authority (KIA), fra i più grandi con 548 miliardi di dollari in gestione. Nel dettaglio, l’accordo ha portato alla costituzione di una nuova società, la FSI Investimenti, per il 77% di proprietà di FSI e per il resto da KIA, con assets dal valore toale di 2,185 miliardi di euro. Tra gli attivi che il FSI ha trasferito alla nuova società troviamo le sue partecipazioni in Metroweb Italia (fibra Ottica), Kedrion Group (biofarmaceutica), Valvitalia (attrezzature).

DAGLI EMIRATI ALLA CINA
Attivi nella penisola sono anche gli Emirati Arabi Uniti, che agiscono attraverso i fondi Mubala, che ha in pancia il 100% di Piaggio Aerospace e una quota in Ferrari, Aabar Investments, nell’azionariato di Unicredit, e Abu Dhabi Investment Authority, che gestisce il totale 773 miliardi di dollari ed è guidata direttamente da Sua altezza Khalifa bin Zayed al Nahayan, presidente del Paese nonché fondatore di Ethiad, attuale socio di Alitalia. Adia sarebbe inoltre in corsa per rilevare il 30% di Adr, Aeroporti di Roma…

 

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