Good banks, ultimi giorni per le proposte

Si allungano i tempi per le offerte di acquisto delle quattro good banks, cioè le “nuove” Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara guidate dal presidente Roberto Nicastro (nella foto). Il termine per la presentazione delle proposte è stato infatti prolungato da lunedì scorso alla fine della settimana per concedere ai soggetti interessati di concludere le valutazioni. 

Al momento, le offerte arrivate all’advisor Société Générale arriverebbero dai fondi Apollo e Lone star, che già si erano presentati nella prima tornata d’asta svoltasi nei mesi scorsi, nonché la compagnia assicurativa di Panama, Barents, ma non da Apax che si sarebbe chiamato fuori, mentre sarebbero invece ancora da formalizzare le offerte di soggetti potenzialmente interessati quali Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Bnl-Bnp Paribas e, in misura inferiore, Credit Agricole-Cariparma e Ubi Banca. 

In particolare Bper e Bnl-Bnp Paribas guarderebbero alle nuove Banca Marche e Banca Etruria, mentre Ubi Banca, data da tempo come uno dei potenziali pretendenti, avrebbe visto il dossier relativo a Cariferrara ma sembrerebbe poco vogliosa di proseguire, così come Credit Agricole-Cariparma. Nella partita anche Banca Popolare di Bari, interessata alla sola Carichieti.

Sul tavolo ci sarebbe anche l’offerta del Fondo Interbancario, soprattutto per sostenere il valore dei quattro istituti anche se al momento i prezzi offerti restano ancora molto lontani dagli 1,8 miliardi versati a fine 2015 dal fondo di risoluzione, oggi ridotti a 1,3 miliardi circa dopo il mezzo miliardo di perdite già registrate. Il tema sta nel capitale: attualmente la Bce ha consentito alle 4 banche di mantenere un livello attorno all’8% (cet 1) ma in futuro potrebbe essere chiesto di incrementarlo. E questo patrimonio in più gli acquirenti lo vogliono già scontato nel prezzo.

In ogni caso, la soluzione industriale per la vendita dei quattro istituti, con l’acquisizione da parte di soggetti bancari, sembra quella più plausibile rispetto alla soluzione finanziaria con un fondo, in particolare per via delle difficoltà e dalla complessità dei nodi da sciogliere, che riguardano, fra le altre cose, il personale in esubero, il problema degli incagli e la redditività di questi istituti dopo anni di commissariamento.

Nodi che devono essere risolti in fretta. La procedura deve infatti essere conclusa entro il 30 settembre, come concordato con l’Unione Europea, per evitare l’eventaule avvio di una procedura di infrazione per aiuti di Stato.

Noemi

SHARE