Green Arrow Capital, focus sui crediti difficili oltre a equity, debito e infrastrutture

Ottenuto lo scorso maggio il via libera da Banca d’Italia all’integrazione di Quadrivio e cambiato il nome, Green Arrow Capital si presenta ufficialmente agli investitori presentando i propri progetti per il futuro che prevedono anche l’apertura ai crediti difficili. L’obiettivo finale, ha spiegato l’amministratore delegato Eugenio de Blasio in conferenza stampa è “raddoppiare gli asset under management dagli attuali 1,3 miliardi nei prossimi cinque anni” ma anche “diventare un interlocutore importante per gli investitori, anche quelli privati”.

A oggi la società partecipata da otto partner, tra i quali la presidente Luisa Todini e il presidente comitato investimenti Stefano Russo, e composta da 60 professionisti, gestisce due piattaforme di gestione, una in Italia e una in Lussemburgo e punta a diventare una rilevante piattaforma indipendente a livello europeo nel settore degli investimenti alternativi sviluppando tre linee di gestione: private equity, private debt e infrastrutture.

Sul primo fronte, guidato da Nicola Pietralunga, il gruppo può contare sulla dote di Quadrivio Capital Sgr che ammonta a 460 milioni di asset under management e un fondo all’attivo, il terzo, che ha raccolto 235 milioni  – su un obiettivo di 250 – dei quali il 30% investito in tre investimenti. È previsto, ha spiegato de Blasio, il lancio di un quarto fondo di private equity dopo aver investito il 70% del terzo fondo. Nel private debt, area guidata da Marco Meda, gli asset ammontano a 125 milioni e i fondi sono di due categorie, quello di direct lending e uno dedicato all’impact investments, cioè al microcredito. In pipeline c’è il lancio a fine 2018 di un terzo tipo di veicolo, il fondo Special Credit Situations, gestito da Giovanni Luschi, previsto entro la fine del 2018 con una raccolta target di 200 milioni che sarà focalizzato su crediti unsecured  e crediti performing derivanti da contatti di leasing.

Il terzo ambito è poi quello delle infrastrutture, settore core del gruppo che può contare su tre fondi per circa 300 milioni e su un quarto veicolo dedicato alle infrastrutture energetiche, specializzato sulla produzione elettrica da fonti rinnovabili, reti di trasporto e soprattutto il supporto alla mobilità elettrica. Il fondo sarà lanciato all’inizio del 2019 con una raccolta target tra i 500 e 700 milioni di euro e un focus geografico tra Italia (70%) e Europa (30%).

“Il nostro obiettivo era da tempo quello di accelerare il processo di crescita e creare una delle più importanti piattaforme indipendenti a livello paneuropeo”, ha commentato de Blasio, che aveva anticipato la view del gruppo in questa intervista a MAG . “Il Gruppo Green Arrow Capital – ha aggiunto – ha raggiunto oggi dimensione, competenze, esperienza e track record adeguati al raggiungimento degli obiettivi di crescita che ci siamo prefissati nelle tre principali linee di gestione.”

Quanto agli investitori, il gruppo ne conta circa 220 fra le quali fondi di fondi (39%) e fondi governativi come il Fondo Italiano d’Investimento, assicurazioni (5%), banche (6%), casse previdenziali (23%) e fondazioni (14%) nonché privati – imprenditori e family office – per il 9%. Quota che il gruppo intende rafforzare diventando attrattivo per tutte quelle risorse orfane di titoli obbligazionari e in cerca di una nuova allocazione. “La riduzione della componente obbligazionaria nei portafogli Istituzionali sta favorendo gli investimenti in economia reale e oggi in Europa ci sono serie opportunità per gli investimenti alternativi –  ha spiegato Russo – ma è una tendenza che deve ancora crescere in Italia, basti guardare ai paesi anglosassoni dove questi assets si attestano in media al 15-20% nell’allocazione complessiva”.

 

Noemi

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