Icbpi e Sia in gara per Setefi, i pagamenti elettronici di Intesa Sanpaolo
Affiancata da Ubs, Intesa Sanpaolo sarebbe in trattative avanzate per la vendita della sua controllata attiva nei pagamenti, Setefi, in un accordo dal valore superiore a 1 miliardo di euro.
Setefi, stando a quanto riportato da Reuters, avrebbe attirato l’interesse di due gruppi italiani attivi nello stesso settore, ovvero Icbpi, dato per favorito, e Sia, che hanno avanzato offerte vincolanti nel tentativo di rafforzarsi nel settore con una società che gestisce pagamenti elettronici per 15 milioni di carte di credito, la maggior parte emesse da Intesa.
Inoltre, stando a quanto riporta il bilancio consolidato 2015 della banca guidata da Carlo Messina (nella foto), in Setefi ”il parco POS gestito ammonta a circa 364.000 unità mentre il numero complessivo di operazioni “gestite” (operatività su POS di Setefi e operatività delle carte emesse da Intesa Sanpaolo e rilasciate dalle banche del Gruppo su POS altrui) è stato di 955 milioni (+15% circa rispetto al 2014) e il relativo importo transato è stato pari a 68,9 miliardi (+14% circa)”.
L’operazione valorizzerebbe la società oltre 10 volte l’Ebitda di circa 100 milioni.
A Setefi si sono interessati in una prima fase anche alcuni fondi private equity, come CVC e Permira che lo scorso anno hanno perso la gara per Icbpi, che hanno poi deciso di ritirarsi.
Sia, il gruppo attivo nel settore delle infrastrutture e servizi tecnologici per banche e società finanziarie, fa capo al Fondo Strategico Italiano, primo azionista con il 49,48%, a F2i sgr con il 17,05% e a Orizzonte sgr (8,64%) ed è partecipata da Intesa Sanpaolo (3,97%), Unicredit (3,97%), Banco Popolare (2,52%), Banca Mediolanum (2,85%) e Deutsche Bank (2,58%).