Il Fondo Italiano e i soci cedono il 75% di Emarc al cinese Baosteel
Il Fondo Italiano d’Investimento, guidato da Carlo Mammola, ha ceduto, assieme a MA srl, la quota del 75% in loro possesso di Emarc spa, società torinese attiva nella produzione di componenti metallici da tubolari, profilati e pezzi stampati, al colosso cinese dell’acciaio Baosteel.
In particolare il gruppo cinese, tramite un veicolo di Hong Kong, ha acquisito la sua quota del 75% del capitale rilevando il 31% del capitale in portafoglio al Fondo Italiano d’Investimento e il resto da MA srl e dall’amminsitratore delegato Pietro Passone, il quale, unitamente alla famiglia Passone, manterrà una partecipazione del 25% e ha inoltre sottoscritto, assieme a Baosteel, un aumento di capitale volto al rafforzamento patrimoniale di Emarc e all’attuazione del nuovo piano industriale.
Il gruppo Baosteel era già partner di Emarc e in particolare nel 2014, tramite la controllata Baosteel Metal, aveva costituito insieme a Emarc a Shanghai la joint venture Baomarc, posseduta in maniera partitetica al 50% da ciascuna delle due parti, con l’obiettivo di realizzare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni per la riduzione del peso di veicoli leggeri da presentare alle case automobilistiche locali.
Il FII aveva investito in Emarc nel luglio 2012, sottoscrivendo un aumento di capitale da 10 milioni di euro per il 31% della società, che nell’ultimo rendiconto era valorizzata per 7 milioni, dopo una svalutazione di 1,4 milioni nel 2015 e una prima svalutazione per 1,6 milioni nel 2014, a fronte delle perdite registrate negli anni precedenti.
Nel novembre 2014, poi, il fondo aveva sottoscritto anche un milione di euro di un prestito obbligazionario convertibile a scadenza 2022 emesso per un totale di 3 milioni e sottoscritto per gli altri 2 milioni dagli altri soci.
Fondata nel 1978 a Vinovo (Torino) da Passone, Emarc ha chiuso il 2015 con 141,8 milioni di ricavi, un ebitda di 8,5 milioni, un utile netto di 190 mila euro (dopo una perdita netta di 4,8 milioni nel 2014 e una di 3 milioni nel 2013) e un debito finanziario netto di 9,6 milioni.