Il Fondo Strategico Italiano si fa in tre
Prende il via la riorganizzazione del Fondo Strategico Italiano. Innanzitutto l’assemblea dei soci di Cdp ha deliberato il cambio di nome del fondo, che si chiamerà Cdp Equity, holding per le partecipazioni strategiche alla quale faranno capo grandi aziende in un’ottica di lungo periodo quali ad esempio Saipem, Metroweb, Sia e Ansaldo Energia. Alla presidenza del gruppo va Leone Pattofatto, responsabile delle partecipazioni di Cdp mentre amministratore delegato è l’ingegner Guido Rivolta, già direttore centrale di Fsi.
In secondo luogo, è stata costituita Fsi sgr che Banca d’Italia dovrà autorizzare entro due mesi. L’obiettivo di questa nuova realtà sarà di supportare i piani di crescita di aziende medio-grandi con significative prospettive di sviluppo anche attraverso l’attrazione di capitali esteri e privati (growth capital). Cdp oggi controlla il 100% di Fsi sgr ma prevede di ridurre la propria partecipazione sotto il 50% cedendo quote ad altri azionisti e al management. In particolare, Cassa Depositi ne avrà circa il 33% e il resto sarà di altri come i fondi sovrani Qia (Qatar) e Kia (Kuwait). Di Fsi sgr, Claudio Costamagna è il presidente, Maurizio Tamagnini (nella foto) l’ad.
Infine, c’è Fsi Investimenti, joint venture che vede al 77% Cdp Equity e al 23% Kuwait Investment Authority sotto la quale vanno le società già in portafoglio da portare in Borsa: Valvitalia, Rocco Forte Hotels, Kedrion, Inalca, Trevi. Qui la presidenza va a Tamagnini mentre ad è Rivolta.