Il governo avvia la cessione del 40% di Ferrovie dello stato

Dopo la quotazione di Poste Italiane, il governo avvia la cessione fino al 40% di Ferrovie dello Stato (FS), assicurando che la proprietà della rete resterà in mano pubblica.

I proventi dell’operazione, in programma nel 2016, serviranno a ridurre il debito pubblico italiano, il secondo più alto dell’Eurozona dopo quello della Grecia.

A disciplinare il collocamento sul mercato è un decreto della presidenza del consiglio (Dpcm), esaminato in mattinata dal governo, che il premier Matteo Renzi ha firmato e inviato alle Camere. Come per Poste, l’obiettivo dell’esecutivo è aprire il capitale di FS «all’azionariato diffuso, a investitori istituzionali e ai dipendenti» del gruppo, ha spiegato il titolare delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Resta però da capire come sarà garantito il controllo della rete. E la decisione se quotare solo Trenitalia o Trenitalia più una quota di Rete ferroviaria italiana scorporata – ha detto il ministro – avverà la prossima settimana». In ogni caso «dovrà essere garantito l’accesso alla rete a tutti gli operatori». Il collocamento di FS è un altro passaggio del percorso che punta a rendere più efficienti e competitive le società a controllo pubblico.

Il 27 ottobre il ministero dell’Economia ha completato la cessione del 38,2% di Poste per 3,4 miliardi, la più grande privatizzazione da oltre dieci anni. A quasi un mese dal debutto in Borsa, il titolo è poco sotto il prezzo di collocamento a 6,75 euro, dopo punte al ribasso del 5% circa nella prima settimana di negoziazione.

Fincantieri, controllata dal Tesoro attraverso Cdp, ha quasi dimezzato la propria capitalizzazione da quando è sbarcata a Piazza Affari, il 3 luglio 2014. Il Tesoro ha raccolto con le privatizzazioni e altre operazioni finanziarie 6,5-7 miliardi nel 2015.

L’obiettivo del 2016 è mezzo punto di Pil, circa 8 miliardi.

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