Ilva, ecco chi sono i 29 interessati
Alla chiusura del termine ufficiale per la presentazione delle manifestazioni di interesse per gli asset Ilva, fissata per le 18 di ieri 10 febbraio, sono 29 le lettere di interesse arrivate sulla scrivania del notaio milanese Carlo Marchetti.
Tra gli interessati ci sono sia soggetti industriali di diverse dimensioni (attivi sia nella produzione di acciaio che in altre attività legate alla filiera), italiani e stranieri, ma anche fondi e realtà finanziarie. Come ad esempio il gruppo mantovano Marcegaglia (anche sottoforma di affitto) e la Cassa depositi e prestiti, che punta a un ruolo di minoranza nella futura nuova Ilva.
Anche il gruppo cremonese Arvedi ha confermato in via ufficiale di avere presentato una manifestazione di interesse, assieme a Trasteel, società di trading con base in Svizzera e in Lussemburgo (con management di origine italiana) e l’Eusider di Costa Masnaga, centro servizi con sede in provincia di Lecco.
In questi mesi sono circolati anche i nomi di alcuni colossi internazionali del settore, come ArcelorMittal (che aveva già presentato due anni fa una manifestazione di interesse insieme a Marcegaglia), la coreana Posco e l’indiana Jindal. Mentre non è esclusa la presenza di qualche altro big, magari cinese (la fase di due diligence permette l’accesso alla data room dell’azienda, senza vincolare eccessivamente gli interessati) e di fondi (in alcuni ambienti industriali si è ventilato un eventuale interesse di BlackRock).
Adesso si passa alla fase successiva della due diligence: dopo l’apertura delle buste e la verifica dei requisiti richiesti, i soggetti ammessi riceveranno la «lettera di procedura», contenente la durata della fase di due diligence e le modalità e i contenuti delle offerte vincolanti da presentare eventualmente nella fase successiva, oltre alle modalità di comportamento durante le eventuali fasi di rilancio (ai quali potranno essere invitati tutti o parte degli offerenti).
La data room per la vendita di Ilva dovrebbe essere aperta dalla prossima settimana fino alla fine di marzo.
Nel frattempo i commissari straordinari di Ilva, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, hanno pubblicato il programma relativo alla loro attività in Ilva nel quale scrivono che la decisione del commissario speciale di ricorrere all’amministrazione straordinaria avviene sulla base della situazione patrimoniale che al 30 novembre del 2014 evidenziava un circolante negativo per 866 milioni, una posizione finanziaria netta negativa per 1,583 miliardi e un patrimonio netto di 472 milioni, in riduzione di 512 rispetto all’anno prima.
Al 31 dicembre del 2014 i debiti verso le banche di Ilva ammontavano a 1,244 miliardi, mentre impianti e macchinari venivano valorizzati in bilancio per 1,5 miliardi. Sul piano industriale, i commissari segnalano che fino al 30 aprile 2015 il livello di produzione di acciaio giornaliero è stato di circa 12.400 tonnellate al giorno, il 27% in meno rispetto alla media del 2014.