In Italia poco più di un cittadino su 3 è finanziariamente alfabetizzato

«Ipotizziamo che nei prossimi dieci anni i prezzi delle cose che lei acquista raddoppino. Se anche il suo reddito raddoppia, il suo potere d’acquisto sarà inferiore a quello di oggi, sarà lo stesso o maggiore?». La domanda, per chi lavora nel mondo della finanza, è piuttosto semplice. Ma in Italia, solo il 37% degli adulti al di fuori da questo ambiente sarebbe in grado di rispondere correttamente, e, quindi, considerarsi “financially literate”.

A stabilirlo è la ricerca realizzata Standard &Poor’s che, in collaborazione con Gallup, World Bank e Global financial literacy, attraverso una vasta indagine globale per misurare il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti, che ha coinvolto più di 150 mila persone in oltre 140 paesi. 

Il risultato globale è che nel mondo ci sono 3,5 miliardi di adulti, la maggior parte nei paesi in via di sviluppo, che non conoscono i concetti finanziari di base e soltanto il 33% degli adulti è risultato finanziariamente alfabetizzato, ossia uno su tre.

In alcuni paesi i livelli di alfabetizzazione finanziaria sono risultati molto elevati: fra questi Australia, Canada, Danimarca, Finlandia , Germania Israele, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Regno unito, dove almeno il 65% degli intervistati ha risposto correttamente a tre domande su quattro. In Spagna, invece, questa percentuale è al 49% mentre in Francia è al 52.

In questo contesto, sono diversi i progetti che in Italia le istituzioni stanno portando avanti proprio diffondere la cultura finanziaria fra i cittadini. Ad esempio Banca d’Italia è presente nel network internazionale messo a punto dall’Ocse e in Italia è impegnata insieme al Miur nel progetto ”Educazione finanziaria” nelle scuole. Inoltre ha avviato un dialogo con le associazioni dei consumatori, in modo da costruire insieme un percorso di alfabetizzazione per i clienti dei servizi bancari, costruito sulle loro esigenze.

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