Intesa Sanpaolo: utile netto a 2,7 miliardi e CET1 al 13,4%
Intesa Sanpaolo chiude il terzo trimestre con utili migliori delle attese, ma delude le aspettative per ciò che riguarda la top line.
L’istituto ha infatti registrato un utile netto dei primi nove mesi, superiore all’ammontare dei dividendi annunciati per l’esercizio 2015, pari a 2,7 miliardi di euro, il dato più elevato dal 2008, rispetto ai 1,2 miliardi del 2014, mentre l’utile netto del terzo trimestre 2015 è risultato in flessione a 722 milioni rispetto ai 940 milioni del secondo trimestre «per i riflessi negativi della volatilità dei mercati finanziari», riporta una nota. Ma comunque quasi raddoppiato rispetto al dato di 483 milioni di un anno fa e sopra le attese degli analisti di 667 milioni.
Gli interessi netti sono tuttavia scesi del 9,3% a 1,912 miliardi rispetto a un anno prima, mentre i proventi operativi netti mostrano su base annua un progresso dello 0,9% a 4,197 miliardi grazie alle commissioni nette (1,786 miliardi da 1,647 miliardi). Il risultato del trading ha sofferto il negativo andamento dei mercati e si è attestato a 1 milione da 135 milioni.
Sul fronte patrimoniale il CET1 è al 13,4% sia calcolato “transitional” sia “fully phased”. Gli accantonamenti e le rettifiche di valore sono state pari a 1,013 miliardi stabili rispetto al secondo trimestre.
La banca, inoltre, conferma l’impegno a distribuire cash 2 miliardi di dividendi sull’esercizio 2015 e vede proventi operativi netti in aumento grazie alle commissioni.
Più nel dettaglio, il risultato ante imposte positivo e in crescita per tutte le business unit, con un apporto nei primi nove mesi 2015 di 2,132 miliardi di euro da Wealth Management (+37,5% rispetto ai nove mesi 2014), derivanti per 874 milioni da Private Banking (+38,5%), 451 milioni da Asset Management (+61,6 %) e 807 milioni da Insurance (+25,9%), di 1,718 miliardi da Banca dei Territori (+21,1%), 1,499 miliardi da Corporate e Investment Banking (+8,2%) e 419 milioni da Banche Estere (-14,3%, ma +6,7% se si escludono dai nove mesi 2014 e dai nove mesi 2015 gli oneri, rispettivamente, di 65 milioni per la controllata ungherese derivanti dai rimborsi alla clientela e di 172 milioni per la controllata croata derivanti dalla conversione in euro dei crediti in franchi svizzeri).;
«I risultati – commenta il ceo Carlo Messina (nella foto) sono i migliori dalla creazione del nostro Gruppo». In particolare, aggiunge, «siamo stati in grado di proseguire nella forte crescita dei ricavi da commissioni nette: l’incremento del 12,6% ci posiziona al primo posto a livello europeo».