M&A: le tlc reggono l’urto del Covid-19
Il settore europeo delle telecomunicazioni si sta dimostrando uno dei più attivi durante la crisi innescata dall’epidemia di Covid-19 e anche in un momento come questo sa registrando numeri positivi. Nel dettaglio, ha rilevato il portale specializzato Tmt Finance, sono state 30 le operazioni di m&a messe a segno dalle aziende delle telecomunicazioni dell’area Emea a marzo, per un valore complessivo pari a 18,7 miliardi di dollari.
Delle 30 operazioni, sette sono state già chiuse mentre 15 deal – per oltre 12,2 miliardi – sono ancora in attesa del sigillo finale. Fra le più significative ci sono la vendita da parte della telco francese Orange di una quota della sua filiale della fibra Orange Concessions (per 2 miliardi di euro) e la vendita delle torri da parte di Eir, la controllata di Iliad in Irlanda. Un’operazione c’è stata anche in Italia: la vendita da parte di Vodafone della sua quota in Inwit per un valore di 2,1 miliardi di euro. Da non sottovalutare poi l’attivismo di Mediaset che acquisto dopo acquisto, negli ultimi mesi, è arrivata a detenere il 24,2% del capitale, ovvero il 24,9% dei diritti di voto, del broadcaster tedesco ProSiebenSat.1, dove di recente ha investito anche Kkr rilevando una quota del 5,2%.
Le sette operazioni firmate a marzo, per un valore di 4,3 miliardi, includono il closing della vendita da parte di Iliad del 51% della filiale della fibra a InfraVia per 600 miliardi e l’accordo tra Phoenix Tower International e Bouygues Telecom per lo sviluppo di circa 4mila nuove torri wireless.
Anche a febbraio c’erano stati degli interessanti accordi sul mercato telecom europeo, fra questi ad esempio la vendita dell’operatore di rete in fibra ottica Deutsche Glasfaser al private equity EQT Partners e al fondo pensione canadese Omer per 2,8 miliardi di euro e la joint venture tra Bouygues Telecom e Cellnex per la realizzazione della rete backbone della telco francese, il cosiddetto Progetto St Malo.
Per molte telco l’m&a è la risposta a un calo dei ricavi che già da qualche tempo affligge le società del settore. Tra il 2019 e il 2024 le revenue derivanti dai servizi base per la connettività voce e dati è destinato a scendere del 5% per gli operatori dell’Europa occidentale, stando a uno studio della società di ricerca specializzata in tmt Analysys Mason. Ridurre i costi, quindi dismettere attività non strategiche o realizzare joint venture per progetti speficici, è diventato dunque essenziale per mantenere il posizionamento.
Questo articolo è tratto dalla rubrica Follow the Money presente sulla rivista MAG. Scarica qui l’ultimo numero