L’educazione finanziaria? Avvicina i giovani ai fondi pensione

di nicola barbiero*

Con l’articolo di oggi, come anticipato nel post precedente, iniziamo ad alternare gli approfondimenti operativi, tipici di questo blog, con spunti che, di volta in volta, emergono in tema di mercati private. Iniziamo, per l’appunto, con un argomento di cui si sentirà parlare per almeno tutto il mese di ottobre: l’importanza dell’educazione finanziaria.

Con l’evento che si sta inaugurando in questi giorni, siamo giunti alla terza edizione del mese dell’educazione finanziaria. Un’iniziativa promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria istituito nel 2017 con Decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Ministro dello Sviluppo Economico. Lo scopo di quest’organo è proprio quello di promuovere e coordinare iniziative utili a innalzare, tra la popolazione, la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali e migliorare per tutti la capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni (www.quellocheconta.gov.it/it/).

Perché così importante dedicare alle riflessioni sul tema? Domanda che prevede una risposta forse fin troppo scontata: perché la finanza è nel nostro quotidiano e troppo spesso non lo sappiamo. Fare delle scelte consapevoli e coerenti permette di migliorare la nostra situazione attuale e quella futura. Tutto vero ma, a mio parere, c’è di più: il rapporto tra privato e istituzioni/investitori istituzionali e che coinvolge, sotto questo aspetto, proprio gli argomenti trattati in questo blog.

A mio avviso, privati consapevoli richiedono istituzionali maggiormente strutturati e capaci di fornire risposte efficaci ai bisogni dei primi. A propria volta, ciò richiede che il legislatore sia attento a pronto nell’adeguare la normativa al contesto nel quale gli attori operano. Un circolo virtuoso, insomma, stimolato e sollecitato da ciascuno affinché il sistema di risparmio/investimento sia sempre più efficace e al passo con i tempi. In questo senso ritengo fondamentale e di indubbio valore aggiunto ogni attività che verrà svolta nel corso di questo mese all’interno del quadro predisposto dal Comitato.

Provo a prendere un esempio da un settore che, storicamente, ho avuto modo di conoscere: il rapporto tra fondi pensione e iscritti. Nonostante l’impegno del legislatore, dei regolatori e delle parti sociali attraverso norme di primo e secondo grado volte a incentivare l’adesione a forme di previdenza complementare, questa avviene ancora in misura ridotta e, solo raramente, guidata da scelte consapevoli e coerenti con gli obiettivi e le condizioni proprie del singolo. Se così fosse, infatti, i più giovani solleciterebbero l’istituzione affinché i propri risparmi siano investiti in strumenti adatti a creare valore nel lungo periodo e solamente con l’avvicinarsi della pensione questa richiesta verrebbe gradualmente rimodulata verso forme di investimento che mirino a conservare il capitale. Per questa via gli investitori istituzionali sarebbero chiamati, e non potrebbero fuggire, ad approcciare in modo strutturato e continuativo gli investimenti in mercati privati, ad oggi ancora grandi assenti nei portafogli dei fondi pensione.

La selezione dei migliori manager e progetti attivi sul mercato creerebbe, seppur indirettamente, un ritorno positivo nell’economia reale: dal mondo aziendale, al settore immobiliare passando per infrastrutture e progetti di riqualificazione energetica o valorizzazione ambientale, il Sistema Paese vedrebbe, nella vita di tutti i giorni, gli effetti. Parallelamente il legislatore sarebbe chiamato in causa a regolare adeguatamente secondo la visione che gli compete la gestione/monitoraggio delle istituzioni finanziarie mettendo a disposizioni del Sistema Paese strumenti realmente efficienti con il rischio, altrimenti, che le risorse vengano allocate al di fuori dei confini.

Una riflessione forse scontata e troppo spesso ripetuta ma che, almeno questa volta, sia utile per aprire una vera discussione su un piano di sviluppo: stimolato dai cittadini, gestito da chi ne ha adeguate competenze (e lo possa dimostrare) a beneficio dei primi e regolato adeguatamente a livello normativo.

Con questo blog e con il fondamentale aiuto di Financecommunity cerchiamo di dare il nostro contributo al mese dell’educazione finanziaria. Come può esserci un #ottobreEdufin2020 senza un po’ di catch-up? Contentissimo per ogni pensiero vogliate condividere e per altri spunti di riflessione che vorrete inviarmi affinché il mese dell’educazione finanziaria duri 365 giorni all’anno.

*Investment director
nbarbiero@heritageservices.mc

 

 

Questo articolo è tratto dal blog “Serve del catch up?”

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